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l’Unità: quando il Cdr scriveva l’innovazione non ci spaventa

Il derby UnitolaFango quotidiano per ora e’ costato ai ritrovati ed affezionati lettori del quotidiano fondato 90 anni fa, il 12 febbraio 1924, da Antonio Gramsci, un giorno di black out. Ieri, l’Unita’ non era infatti in edicola per lo sciopero indetto dal Cdr e condiviso dal Presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, per mancanza, ha scritto il Cdr, di “risposte soddisfacenti” da parte della Nie, l’editrice del quotidiano, a due “questioni ineludibili” ossia: “la sostituzione dell’amministratore delegato, Fabrizio Meli, e la riacquisizione delle quote che lo stesso a.d. aveva ceduto alla ex parlamentare di Forza Italia, dottoressa Maria Claudia Ioannucci”. Giusto scioperare, per il capo della Fnsi: “[…] Cdr e assemblea dei giornalisti chiedono una svolta nella gestione aziendale e chiarezza negli assetti societari, affinché sia possibile un vero rilancio del giornale”. Non sono in ballo posti di lavoro, non c’e’ uno stato di crisi con prepensionamenti e cassa integrazione come invece sta succedendo a Repubblica: in casa Unitola, come l’ha definita Marco Travaglio sul ribattezzato Fango quotidiano, da Luca Lando’, sono in ballo altre questioni, piu’ politiche che sindacali. Fatta, provvidenzialmente, mesi fa, la ricapitalizzazione, per il coraggioso intervento di Matteo Fago, adesso nuovo socio di maggioranza relativa con il 51,06%, sembrava essersi avviata da settembre, anche per effetto del legittimo cambio di direzione: dall’opaco Claudio Sardo a Lando’, una fase molto meno precaria della precedente ben descritta solo ad agosto 2013 nella lettera del Cdr e delle Rsu agli azionisti: “[…] Noi redattori e poligrafici siamo pronti. Abbiamo accettato sacrifici, li stiamo facendo e siamo pronti a fare la nostra parte ancora una volta. Non ci spaventa l’innovazione, non ci spaventa rimboccarci le maniche. Tocca anche a voi decidere il destino di questo patrimonio culturale. […] vi chiediamo […] di darci risposte in tempi brevi“. E le risposte sono arrivate e in tempi brevi: fatta, provvidenzialmente, la ricapitalizzazione, Fago si e’ subito incamminato sulla via della “innovazione che non spaventa” il Cdr e le Rsu, ossia pluralismo e approfondimenti, spazio a voci e contributi diversi, piu’ attenzione alla cultura e rispetto sia dell’incipit del suo fondatore: “Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo l’Unità puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale” sia dell’accordo gia’ definito di uscire, il sabato, con il settimanale Left. Qualche primo incoraggiante e positivo risultato si  e’ subito registrato: a novembre le copie vendute in edicola hanno toccato quota 33.828 mila, contro una media di 26 mila dei mesi precendenti, arrivando a 40.331 con quelle digitali mentre la crescita rispetto a novembre 2013 e’ stata del 31,3% che il Cdr rivendica “con orgoglio al lavoro della redazione e a null’altro“. Segno che quel ‘rimboccarsi le maniche‘ c’e’ stato, ma non si puo’ non riconoscere l’effetto benefico della ‘svolta’ editoriale che, per quanto non ancora ben solida e compiuta, ha attratto nuovi lettori e scongiurato l’emorragia dei vecchi. E c’e’ da scommettere che le copie cartacee e digitali siano ancora cresciute tra fine anno ed inizio 2014. Improvvisamente, il dicembre scorso, parte la campagna del Fango quotidiano su una presunta berlusconizzazione del giornale per l’acquisto di quote, il 20%, da parte dell’avvocato Ioannucci, ex-senatrice di Forza Italia e conoscente del faccendiere Valter Lavitola, ex-direttore dell’Avanti. Ma la Ioannucci chiarisce al Fango quotidiano, Lando’ “[…] non ha il 20% de l’Unità, ma il 10% di una società che ha il 14% del giornale e anche alle elementari sanno che fa l’1,4%“. Ed aggiunge, “quell’1,4% non è nemmeno l’ago di Craxi […] che permette a una bilancia di pendere da una parte o dall’altra. No, perché il piatto più grosso del giornale, il 51%, è nelle mani di un signore che si chiama Fago […] é difficile sostenere che se un avvocato diventa socio di una società, lo diventano anche i clienti che ha avuto in passato. Perché oltre a quello di Lavitola, assistito quando era ancora lo sconosciuto editore dell’Avanti, spuntano i nomi di Anas, Rai, Italia Nostra, Autostrade, tutti seguiti dallo studio della signora“. Stando cosi’ le cose, cos’e’ che spaventa davvero? Non sara’ che invece di una presunta, improbabile berlusconizzazione, a spaventare sia proprio l’innovazione che Fago vuole apportare all’Unita’ per rilanciarla e non farla morire? Se questa innovazione spaventa, eccome!, i soci della Chiara srl, presente nella Nie con l’1,5%, dell’ex presidente Bpm e Impregilo, Massimo Ponzellini agli arresti domiciliari, gli ex-direttori dell’Unita’, Antonio Padellaro e Furio Colombo, non dovrebbe spaventare il Cdr, le Rus e la redazione che, salvati in extremis dallo spettro del fallimento, l’hanno richiesta per iscritto. Invece dell’arma dello sciopero, da usare sempre con molta prudenza ed accortezza per l’effetto boomerang di favorire ed avvantaggiare la famelica concorrenza diretta del Fango quotidiano, andrebbe usata quella virtu’ del rimboccarsi le mani per accrescere, con nuovi contenuti e voci, il livello culturale di una testata da mettere in sicurezza in quanto bene pubblico, l’Unita’ del laicissimo Gramsci, per farne un giornale “libero e plurale, autonomo, rigoroso, colto e coraggioso“, come recita la lettera agli azionisti di agosto e come ha piu’ volte detto e ridetto l’azionista di maggioranza relativa. Che al rilancio del quotidiano ci tiene assai, avendone fatto una bandiera, ma che purtroppo dalle parti della Fnsi o non si e’ letto o non si e’ sentito o piu’ semplicemente non ci e’ accorti.



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