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Tutti i cavi di Valerio Battista, l’uomo al comando di Prysmian

Linking the future. Ovvero, collegarsi al futuro. È questo lo slogan che compare aprendo il sito di Prsymian, colosso dei cavi per il trasporto di energia e telecomunicazioni, testa italiana e corpo nel mondo. Un collegamento con il futuro che arriva però da molto lontano nel tempo. L’antenata di Prysmian, ovvero Pirelli, e segnatamente la sua divisione cavi, nasce all’inizio del ‘900 e si distingue subito per la partecipazione a progetti colossali come la posa del cavo telegrafico di oltre 5mila chilometri tra Italia e America, la connessione tra Africa e Brasile e la ricostruzione della linea telefonica tra Italia e Brasile.

NUMERI DA CAPOGIRO
Oggi Prysmian è il leader mondiale nel settore dei cavi e dei sistemi ad alta tecnologia per energia e telecomunicazioni, con ricavi di circa 8 miliardi di euro nel 2012, e una presenza in 50 Paesi con 91 stabilimenti, 17 centri di ricerca e sviluppo e circa 20.000 dipendenti. E un business in forte crescita, come dimostra il fatto che quasi ogni settimana annuncia la chiusura di nuovi contratti. L’ultimo, il 16 gennaio, del valore di circa 24 milioni di dollari, per la fornitura di cavi per l’estrazione offshore di gas e petrolio per la compagnia petrolifera brasiliana Petrobras. Compagnia con cui Prysmian ha una collaborazione ultratrentennale e per cui è uno dei maggiori fornitori, con altri accordi recentemente stilati per un valore che supera i 350 milioni di dollari. 

LA PRIMA PUBLIC COMPANY ITALIANA 
Ma non basta. Prysmian è pioniera in molti mondi possibili. Si tratta infatti della prima vera public company quotata sul listino italiano, ovvero di una società con un capitale altamente parcellizzato. Il che la rende forse scalabile, anche se finora ha resistito bene agli attacchi, come quello della coreana Tahian, che nel 2009 aveva tentato un approccio in occasione dell’uscita di Goldman Sachs dal capitale.
Dietro a questa storia, almeno quella più recente, c’è un uomo, un uomo solo al comando. Il decennale amministratore delegato, Valerio Battista. Nato ad Arezzo, 56 anni, appassionato di vela e produttore di olio extravergine per hobby. Battista è il fautore dell’ultima trasformazione dell’ex Pirelli cavi. Compare poco e concede raramente interviste, chi lo conosce lo descrive come un metodico, lo stereotipo dell’ingegnere meccanico, ma anche dotato di senso pratico: non ha l’autista e pretende che i suoi dipendenti viaggino in economy, zero sprechi e tanto lavoro.

UN UOMO SOLO AL COMANDO

La carriera di Battista inizia in Pirelli e lo porta, dodici anni fa, a diventare direttore acquisti per gli pneumatici. È lo stesso Marco Tronchetti Provera, quando lascia i cavi per assumere la guida di Telecom, a passargli il testimone. I cavi, a inizio 2002, producono 40 milioni di margini lordi e 600 di debiti, visto che dalla fine degli anni Novanta, con la gestione di Giuseppe Morchio, sono iniziate le acquisizioni grazie a cui il gruppo ha già cambiato pelle. Quando lo prende in mano Battista, è un mostro da domare. E il manager toscano ci riesce, a domarlo: tagli senza pietà, manager e dipendenti dimezzati, chiusi 15 stabilimenti su 68. Nel giro di un anno e mezzo, il gruppo ha i conti in ordine. Nel 2004 Tronchetti Provera decide di vendere: a investire, 265 milioni di dollari, nel veicolo Prysmian è Goldman Sachs e Battista rimane sulla barca. È il 28 luglio del 2005. L’anno dopo la banca d’affari è già rientrata dell’investimento.
Poi la strada è tutta in discesa: nel 2007 la quotazione, nel 2011 l’acquisizione dell’olandese Draka, strappata ai cinesi. Prysmian oggi ha un valore sul listino di 3,9 miliardi, contro il miliardo e 300 che incassato Tronchetti quando se ne è disfatto. E, secondo gli esperti, la corsa non è finita: il valore della società può ancora sensibilmente aumentare, secondo la banca svizzera Credit Suisse, fino a 21 euro per azione dai 18,5 della quotazione attuale.


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