Ieri, giorno precedente al suo intervento al World Economic Forum, l’economista Nouriel Roubini ha lanciato su Twitter una provocazione: il 2014 somiglia molto, quasi troppo, al 1914. Con due tweet catastrofisti, il “Dr. Doom” è tornato. Per un momento Roubini ha lasciato da parte gli incontri mondani e si è messo al lavoro per fare qualche previsione, poco ottimista come sempre.
#wef14 many speakers compare 2014 to 1914 when WWI broke out & no one expected it. A black swan in the form of a war between China & Japan?
— Nouriel Roubini (@Nouriel) enero 23, 2014
Non esistono più l’impero austro-ungarico o l’arciduca Franz Ferdinand, ma per Roubini l’aria che tira è la stessa: “Molti potenti confrontano il 2014 con il 1914, quando la Prima Guerra Mondiale è esplosa e nessuno se l’aspettava. Un cigno nero con le sembianze di una guerra tra la Cina e il Giappone?”, ha scritto l’economista. Qualche minuto dopo, Roubini ha spiegato il suo ragionamento dietro queste parole:
#wef14 Echoes of 1914: backlash against globalization, gilded age of inequality, rising geopolitical tensions, ignoring tail risks
— Nouriel Roubini (@Nouriel) enero 23, 2014
“Echi del 1914: reazione contro la globalizzazione, l’età dorata della disuguaglianza, l’aumento delle tensioni geopolitiche, ignorando i rischi”, ha scritto Roubini. Restano ancora impressi i suoi avvertimenti sulla crisi economica del 2008, che allora sembrava impossibile.
Il Financial Times e la BBC hanno riferito l’avvertimento del premier giapponese Shinzo Abe: Cina e Giappone sono in una situazione simile a quella di Regno Unito e Germania. Il portavoce di Abe ha subito chiarito attraverso la Reuters che il leader giapponese non intendeva dire che i due Paesi fossero alle porte di un conflitto armato. In ogni caso la guerra in Siria e le tensioni in Medio Oriente non contribuiscono a mantenere la calma.
Ma l’ultima congettura di Roubini non è originale. Joseph S. Nye, ex assistente del segretario della Difesa e presidente del National Intelligence Council degli Stati Uniti, aveva spiegato una simile teoria il 13 gennaio in un articolo diffuso da Project Syndacate con il titolo: “1914 Revisited?”.
Roubini però non si lascia abbattere per i “venti di guerra” e continua a postare fotografie dei suoi incontri a Davos. Tra tutti gli scatti di oggi, quello in cui appare più sorridente è con la editorialista americana Arianna Huffington: