Prendono corpo le due commissioni, sulla sicurezza e sulle riforme, annunciate dalla leadership di Pechino nel corso del Terzo plenum del Partito comunista a novembre, guidate entrambe dal presidente Xi Jinping.
NOMINA AL VERTICE
Il capo di Stato è stato nominato oggi al vertice della nuova commissione per la sicurezza nazionale, coadiuvato dal primo ministro, Li Keqiang, e dal presidente dell’Assemblea nazionale del popolo, l’organo legislativo della Repubblica popolare, Zhang Dejiang.
FUNZIONAMENTO SCONOSCIUTO
I dettagli sul funzionamento dell’organismo non sono stati rivelati. Il modello sembrerebbe essere quello del Consiglio per sicurezza nazionale statunitense, con il compito di coordinare i diversi apparati militare, dei Servizi e della polizia, concentrandosi sia sulla situazione interna – si pensa in particolare alle questioni tibetana e uigura – sia sulle minacce estere, come le dispute territoriali nel mar Cinese orientale e meridionale e il nodo nordcoreano.
I GRUPPI RISTRETTI
Mercoledì Xi ha invece presieduto la prima riunione del Gruppo ristretto che guiderà l’attuazione delle riforme. Vicepresidenti del comitato sono stati nominati tre componenti del Comitato permanente del Pcc: il premier Li, il vicepremier Zhang Gaoli, entrambi incaricati di temi economici, e Liu Yunshan, responsabile per l’ideologia e la propaganda.
POTERE ACCENTRATO
Il fatto che sia Xi ad accentrare su di sé le due cariche indica secondo molti commentatori l’importanza delle decisioni che i gruppi dovranno prendere, tali da richiedere l’intervento dello stesso capo di Stato e segretario generale del partito, scrive Bloomberg. Si parla della necessità di contenere i debiti delle amministrazioni locali e della loro eccessiva dipendenza dalla vendita di terra, dell’urbanizzazione delle città medio-piccole, dello sviluppo della domanda interna e dei consumi, o ancora dell’obiettivo di lasciare che il mercato giochi un ruolo maggiore nell’allocazione di risorse.
LA CAMPAGNA ANTI-CORRUZIONE
In questo contesto va letta anche la campagna anti-corruzione contro “mosche e tigri” ossia contro funzionari e quadri di basso e alto livello, con l’obiettivo di fiaccare le resistenze alla riforme. Come scrive il China Daily è d’altra parte lo stesso Xi, pur lodando l’azione di governo, a constatare che alcuni funzionari ancora non comprendono l’importanza di portare avanti le riforme e non si impegnano per migliorare il proprio lavoro. Delle sei commissioni in cui il gruppo ristretto è diviso, alcune vanno inoltre oltre l’economia e si concentrano sull’organizzazione del Pcc e sulla disciplina.
SEGNALI DI CAMBIAMENTO
I gruppi ristretti, ricorda il South China Morning Post, sono spesso il segnale di cambiamenti nella politica seguita dalla dirigenza cinese. Come spiega Steve Tsang, direttore del China Policy Institute dell’Università di Notthingham, citato dal quotidiano di Hong Kong, per mettere in atto le politiche importanti questi gruppi contano più dei principali ministeri; più sono importanti le questioni trattate più saranno portati avanti dai leader sostenuti da una ristretta cerchia nel Politburo.