“Mi dimetto da Ministro. L’ho deciso per la mia dignità: è la cosa più importante che ho e la voglio salvaguardare a qualunque costo. Ho deciso di lasciare un ministero e di lasciare un governo perché la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perché era suo dovere prima morale e poi politico. Non posso restare in un governo che non ha difeso la mia onorabilità”
Con queste parole il ministro lascia il Governo Letta. Non c’è molto da commentare, se non che avrebbe dovuto farlo prima. C’è però una cosa curiosa da osservare, una domanda da porre: un governo può difendere l’onorabilità di un persona? Non credo. La persona in questione deve difendere la propria onorabilità (parola un po’ ambigua) e non con le parole, ma coi fatti.
Diciamo la verità, la sua difesa in aula era debole, anzi debolissima. Ha chiesto un atto di fiducia, sulla sua parola, contro registrazioni pesanti, certo illegali, e il responsabile pagherà, ma il contenuto non può essere ignorato.
L’onorabilità si difende in altro modo e non si delega a terzi.