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Scajola e Nunzia ? In Paesi normali scuse e a casa ! Ma in Italia…

Le dimissioni della Di Girolamo, giovane rappresentante della vecchia politica, sono un successo di quanti, in primis questo “Il Fatto Quotidiano”, quasi sempre da solo, hanno evidenziato la questione centrale del “Nunziagate” sannita : l’ingerenza del declinante, ma ancora famelico, sistema dei partiti in delicate nomine e in atti amministrativi, che spettano a un’azienda pubblica.
L’addio alla poltrona dell’ex ministra-che non ha speso una parola di scuse e di autocritica- deve esser seguito dalla netta separazione tra gli indirizzi politici e la conduzione tecnico-amministrativo di enti, il cui funzionamento, o meno, provoca conseguenze sulla qualità dei servizi, in primis quello sanitario, prestati alla collettività.
La vicenda, infine, sottolinea la mediocrità, anche culturale, e l’arroganza dei politici, paracadutati in Parlamento solo in virtù dell’obbedienza ai capi, grazie al Porcellum di Calderoli.Nessun rimpianto del passato : la lottizzazione e i premi a personaggi scadenti, politicamente e moralmente, non sono, certamente, aspetti inediti del teatrino, nazionale e locale.
Ma è recente il ben più che preoccupante abbassamento del livello della classe dirigente. Il “Nunziagate” conferma che è sempre più raro, soprattutto al Sud, trovare, in tutti i partiti, persone preparate, disinteressate alle clientele e al familismo amorale. Bensì impegnate, con serietà e correttezza, nella soluzione dei tanti problemi, economici e sociali.
Intanto, l’ex ministro, il forzista Scajola, è stato assolto nel processo per l’acquisto, a sua insaputa, della casona fronte Colosseo. Neppure da lui, sinora, alcuna parola di scuse per comportamenti, eticamente, tutt’altro che irreprensibili.
In altri Paesi, “normali”, le carrierone politiche di Nunzia e Claudia sarebbero finite.
In Italia ? Non ci sorprenderebbe più di tanto vederli tra qualche mese rispuntare, magari travestiti da autentici rinnovatori, per la gioia di Beppe Grillo.
Pietro Mancini



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