Trepidante attesa e vibranti complimenti del popolo grillino hanno accompagnato l’intervento di Alessandro Di Battista, deputato del M5S, a Servizio Pubblico. L’eco mediatica delle parole del parlamentare che ha esordito con “L’immoralità è come il letame: va trattata con la pala, non con il cucchiaio di argento” è stato grande. Ma perché tanto successo? L’analisi linguistica curata da Giovanni Laccetti, in collaborazione con Valentina Muccitelli, su Termometro politico può contribuire a spiegarlo.
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Dallo studio emergerebbe infatti il tentativo di prendere le distanze dalla figura di Beppe Grillo e dell’identificazione del movimento con il suo leader. Lo dimostra l’estrazione terminologia. I sintagmi più importanti per frequenza e posizione nel discorso di Di Battista sono: “miliardo di euro”, “cittadino italiano”, “legge elettorale”, “parlamento” e “proposta di legge”. Non le estrazioni tipiche di Grillo, che di solito mette al centro dei discorsi il referendum sull’euro e l’attacco agli avversari. Per questo, rileva l’esperto, “sembra invece che lo scopo principale dell’intervento sia rassicurare gli ascoltatori sulla reale intenzione del Movimento 5 Stelle di abbandonare la strategia ostruzionista e cominciare a prendere sul serio riti e procedure della democrazia”.
Altro dato che rafforza questa tesi è la frequenza dei nomi propri pronunciati dal deputato a 5 Stelle: 10 Berlusconi, 8 Renzi e soltanto 4 Grillo (tre di queste chiamandolo amichevolmente Beppe).
Confrontando poi il linguaggio di Di Battista con quello di Grillo, i due si spartiscono i punti forti. Di Battista è più bravo nella scelta terminologica: le parole che utilizza appartengono per il 76% al Vocabolario di Base, che è l’insieme dei 7000 lemmi della lingua italiana riconosciuti da buona parte dei parlanti. Per avere un’idea, basti pensare che la parola più “ricercata” di tutto il suo intervento tv, in cui si è parlato tra l’altro di legge elettorale, di economia, di alleanze parlamentari e di politica estera, risulta essere “definitivamente”.
Il leader extraparlamentare del Movimento primeggio invece nella sintassi, piana e lineare, cosa non altrettanto semplice per il cittadino eletto che ottiene un punteggio di 51 sull’indice Gulpease. Il suo discorso risulta cioè di facile comprensione per chi ha conseguito la licenza superiore. Un risultato non basso se confrontato con la media dei politici italiani ma comunque lontano dalle eccellenze a riguardo del suo leader e di Matteo Renzi.