Più di 50 uomini armati, alla guida di pickup e motociclette, hanno attaccato il villaggio di Kawuri, situato nello Stato di Borno nel nord-est della Nigeria, uccidendo 45 persone tra commercianti e passanti. I ribelli hanno prima circondato il mercato del villaggio, un importante centro per il commercio di grano e bestiame, poi hanno iniziato a sparare all’impazzata; mentre fuggivano hanno dato fuoco a decine di abitazioni.
Gli abitanti di Kawuri avevano subito un attacco di Boko Haram già nel mese di ottobre, ma erano riusciti a respingerlo, costringendo i militanti alla ritirata. Nella stessa giornata di domenica, nello Stato di Adamawa, i militanti di Boko Haram hanno attaccato una chiesa cristiana nel villaggio di Wada Chakawa durante la cerimonia della messa domenicale: testimoni parlano di 45 morti, inclusi due rappresentanti delle forze dell’ordine.
Gli attacchi negli Stati di Borno ed Adamawa sono i più sanguinosi tra quelli compiuti da Boko Haram nell’area, grazie anche all’uso combinato di esplosivi e mitragliatori, che testimoniano l’aumento del livello di capacità del gruppo militante. Il 14 gennaio un’autobomba è esplosa nella città di Maiduguri, causando la morte di 70 persone; durante il mese di gennaio quasi 200 persone sono state uccise dal gruppo islamista in questa stessa area, considerata la loro roccaforte.
Negli Stati di Borno e Adamawa, e in quello di Yobe i ribelli stanno sfidando l’autorità di Goodluck Jonathan che, proprio qui, otto mesi fa, aveva proclamato lo stato di emergenza: attraverso la coordinazione tra le truppe di terra e quelle aeree, il governo nigeriano ha imposto gravi perdite ai ribelli.