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L’autocritica che manca al Pd sul M5S. Parla Polito

“Insieme all’indignazione, un po’ di autocritica, no?”. È questa la domanda che Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, rivolge a tutta l’intelligentia di sinistra, da politici a intellettuali ai media, che fino a pochi mesi fa chiedeva a gran voce l’accordo del Pd con il M5S. Ora che il Movimento si è reso protagonista alla Camera di una bagarre “di estrema gravità e che non conosce precedenti”, così l’hanno definita i questori parlamentari, di insulti sessisti in rete verso il presidente della Camera Laura Boldrini, di epiteti ingiuriosi verso il presidente Giorgio Napolitano, di polemiche in tv, la firma del Corsera si interroga con Formiche.net: “ Oggi la chiave di lettura è che sono i 5 Stelle ad essere peggiorati, non che forse è stato commesso un errore a coccolarli, vezzeggiarli, lasciando che il male si incancrenisse? Loro sono sempre gli stessi, non c’è stata alcuna involuzione”.

Secondo lei, i 5 Stelle vanno eliminati dal gioco della democrazia, come chiede Giuliano Ferrara sul Foglio?
Sono loro che si sono autoeliminati dal gioco della politica. Il M5S è una forza antiparlamentare, pensa che la democrazia si svolga in maniera diretta, non attraverso la rappresentanza di cittadini eletti, per questo non parteciperà mai ad alleanze politiche. Altro discorso è invece metterli fuori dal gioco parlamentare.

Cioè?
Gli altri partiti devono cercare di costituzionalizzare questa opposizione, svolgere una funzione pedagogica, non metterla ai margini. Per due ragioni: la prima è che, essendo tanti, sono essenziali al funzionamento del parlamento e poi perché rappresentano una fetta importante del Paese.

È stata eccessiva la levata di scudi contro le proteste parlamentari dei 5 Stelle?
Il nostro sistema parlamentare dà poche possibilità di condurre un’opposizione dura che non si traduca in forme di boicottaggio. Andrebbero introdotti nuovi strumenti, come il ricorso preventivo alla Corte costituzionale per sospendere la promulgazione di un decreto. Anche per questo i 5 Stelle hanno risposto con comportamenti indisciplinati, al limite della violenza fisica.

Letta ha parlato di “barbarie senza fine”…
Io sono sempre contrario a banalizzare le parole, se si parla di “barbarie” per un tweet, quando arriva una “barbarie” vera come la si definisce? Gli insulti del M5S al presidente Boldrini sono atti maleducati, volgari, non bisogna fare sconti ma chiamarli “barbarie” mi sembra eccessivo.

Anche la reazione di Laura Boldrini è stata esagerata? Si rischia un presidente non più super partes come denunciano i 5 Stelle?
È stata una risposta non perfetta dal punto di vista istituzionale ma assolutamente comprensibile. È difficile richiedere equilibrio a chi subisce tali attacchi da cui emerge un sessismo incredibile. “Cosa faresti in macchina con” non sarebbe mai stato usato per un presidente uomo.

I media danno troppo importanza alla “spazzatura” che circola in rete?
Ci vuole senso della misura e non essere troppo succubi dalla fascinazione dei nuovi media. In questi anni si è diffusa in rete e sui giornali l’abitudine al linciaggio mediatico e non si è levata la reazione che ci sarebbe dovuta essere. Una buona parte della sinistra italiana ha flirtato con i 5 Stelle, oggi invece si indigna.

Capitolo Invasioni barbariche. Ha sbagliato Daria Bignardi a fare quella domanda sul padre fascista di Alessandro Di Battista?
Sbagliato non lo direi mai. La confessione politica del padre non mi sembra un’informazione essenziale ma ognuno fa il giornalismo come ritiene più opportuno. Trovo, piuttosto, volgare la risposta di Rocco Casalino che ha addirittura criticato come è stata montata la puntata. Questo è intollerabile: la pretesa di fare loro le regole della tv, i 5 Stelle se la devono togliere dalla testa.



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