Credo non esista persona al mondo che io ammiri più di Alan Friedman. Sicuramente tra i giornalisti del pianeta lo considero il numero uno e lo dico con una fortissima dose di invidia. Ex corrispondente del Financial Times e poi inviato dell’International Herald Tribune, una trentina di anni fa ha incominciato a dire agli italiani che sono una massa di idioti incapaci e gli italiani gli hanno risposto dandogli ragione: gli hanno affidato trasmissioni televisive, lo hanno invitato a conferenze e dibattiti, hanno comprato i suoi libri. Straordinario: lui tirava palate di fango (un misto di banalità e supponenza) su di noi, e noi lo trasformavamo in banconote. Come dice Crozza: siamo il Paese delle meraviglie.
Ora Friedman si è rimesso all’opera. E’ giusto: che senso ha abbandonare una miniera ancora produttiva? E lo ha fatto con un nuovo libro “Ammazziamo il Gattopardo”, dove ovviamente dà lezioni al popolo italiano. All’ultima fatica del giornalista americano, i media hanno dedicato molto spazio. In particolare il Corriere di oggi gli ha riservato due pagine con commenti e anticipazioni di alcuni brani. Uno fa venire i brividi: vi si legge che Mario Monti, nel luglio del 2011 a Sankt Moritz, chiese consigli a Carlo De Benedetti prima di decidere se accettare quell’incarico di governo che era già nell’aria e che il presidente Giorgio Napolitano gli avrebbe conferito a novembre. L’Ingegnere gli suggerì il sì.
La notizia ci dice un paio di cose interessanti. La prima: se i consiglieri di Monti erano di quel genere, allora si capisce come mai il suo governo abbia fatto la fine miserrima che ha fatto. La seconda: visto che da noi la politica si fa così, Friedman (in realtà grande protettore dei Gattopardi tipo De Benedetti e Monti) ha ragione a trattarci da idioti. E questo nuovo libro, meritatamente, avrà successo.