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Ecco chi vuole rottamare il governo Letta

Sembra defilato, appare disincantato, quasi atarassico, ma forse le apparenze ingannano. Tanto che qualche osservatore si chiede: siete proprio sicuri che l’ex premier Mario Monti non abbia avuto un ruolo nella prossima (secondo alcuni) rottamazione del governo Letta? La domanda è retorica.

LE FOTO DELLA CONFERENZA POCO RENZIANA DI LETTA

Eppure con l’esito tutt’altro che trionfante delle elezioni politiche, la rielezione di Giorgio Napolitano, la nascita dell’esecutivo Letta, lo spappolamento parlamentare di Scelta Civica con l’esodo della componente popolare, l’ex commissario europeo è rimasto a tal punto tramortito dai trambusti politici che si è pure dimesso dal partito che peraltro ha fondato.

Ma evidentemente il flemmatico economista bocconiano ha voluto così agire dietro le quinte di un partito ora capitanato dal segretario Stefano Giannini. Proprio il partito montiano, comunque, già dai giorni scorsi è stato quello più arrembante per un chiarimento politico nell’esecutivo: una sorta di estrema unzione per un governo che non ha mai entusiasmato i montiani di stretta osservanza. Si ricorderanno infatti le richieste di verifica politica dopo l’uscita dei Popolari di Mario Mauro dal gruppo parlamentare e le incalzanti pressioni per provvedimenti più incisivi in politica economica all’insegna di meno spesa pubblica. Un’attività non proprio corroborante per il premier Enrico Letta.

LE FOTO DELLA CONFERENZA POCO RENZIANA DI LETTA

Nel frattempo l’ex presidente del Consiglio – oltre a occuparsi con diktat e niet delle alleanze di Scelta Civica in vista delle elezioni europee – ha coltivato buoni rapporti (anche grazie ad ambienti americani?), e non pochi incontri, con Matteo Renzi. D’altronde montiani doc come Andrea Romano e Mariano Rabino, già ai vertici della montezemoliana Italia Futura, da tempo auspicano una relazione non antagonistica con il sindaco di Firenze, nella prospettiva che i riformatori prima o poi s’incontreranno, sia quelli del Pd sia quelli liberal-centristi.

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E anche le conferme date da Monti ad Alan Friedman sulle “consultazioni” del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, prima della defenestrazione del governo Berlusconi, non hanno di certo contribuito alla stabilità degli equilibri fra Quirinale e Letta.

Così, se ben pochi potranno davvero gioire per il prossimo (prossimo?) avvicendamento a Palazzo Chigi, di sicuro l’ex editorialista del Corriere della Sera starà gongolando.



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