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Ecco perché continuano le proteste in Brasile

Questo articolo è ripreso da BloGlobal Opi – Osservatorio di politica internazionale, un portale di analisi e approfondimento sulla realtà politica ed economica internazionale.

A pochi mesi dal via dei campionati del mondo di calcio FIFA (12 giugno-13 luglio), nuove manifestazioni violente contro il rincaro dei prezzi dei mezzi pubblici si sono tenute a Rio de Janeiro. L’aumento di 10 centesimi di reais deciso dal sindaco della città Eduardo Paes ha portato nuovamente per le strade giovani senza lavoro, il movimento a favore del trasporto pubblico gratuito “Passe Livre” e, infiltrati nei cortei, diversi gruppi di black bloc, alcuni dei quali di nazionalità straniera.

Gli scontri fra dimostranti e forze di polizia avvenuti nei pressi di una stazione della metropolitana cittadina hanno provocato la morte di un operatore TV, il ferimento di sette persone e l’arresto di oltre una ventina di manifestanti.

Già a giugno dello scorso anno durante la Confederations Cup e un mese più tardi in occasione della visita del Santo Padre nel Paese sudamericano si erano registrati alcuni episodi violenti a causa dell’aumento delle tariffe del trasporto urbano.

La preoccupazione che situazioni analoghe possano ripetersi anche in occasione dei prossimi mondiali di calcio ha spinto il governo a cercare un “dialogo permanente” con i movimenti sociali delle dodici sedi dell’evento sportivo dell’anno. La decisione dell’esecutivo è stata resa nota da Gilberto Carvalho, Capo di Gabinetto della Presidenza della Repubblica.



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