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Da Sanremo a Renzi, tutte le beffe di Grillo

È la democrazia, bellezza. E se “uno vale uno”, come ama ripetere Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle si è dovuto inchinare al volere del web che ha decretato “sì” alle consultazioni con “Renzie”. Nonostante il sondaggio fosse influenzato dall’opinione dei due leader del Movimento, Grillo e Casaleggio, contrari all’incontro (“Noi crediamo che non sia opportuno andare per non partecipare a una farsa. Comunque ci sembra corretto che su questa decisione si pronuncino gli iscritti attraverso la Rete” era il preambolo), il popolo a 5 Stelle si è spaccato a metà. E la metà a favore della consultazione ha superato quella contraria, 20.843 a 20.397. Così oggi una delegazione composta da Grillo e dai capigruppo di Camera e Senato, D’Incà e Santangelo, varcherà Montecitorio per l’appuntamento, richiesto in streaming, con il premier incaricato.

Un Grillo di ritorno da Sanremo dove ieri ha improvvisato un comizio sul red carpet dell’Ariston. Principale bersaglio la Rai, la stessa azienda che lo ha voluto con lauti compensi in diverse edizioni del Festival, dal 1979 come conduttore a ospite negli anni Ottanta. “La Rai è la maggiore responsabile del disastro politico ed economico di questo Paese, ha 13 mila dipendenti che costano un miliardo e 700 milioni e distribuisce un miliardo e 400 milioni a società esterne di figli di dirigenti”, ha detto, prendendosela anche con Renzi, Laura Boldrini e chi più ne ha più ne metta.

Ma la scena gliel’hanno rubato due lavoratori del Consorzio di bacino delle provincie di Napoli e Caserta che hanno interrotto il monologo iniziale di Fabio Fazio, minacciando di buttarsi dalla galleria. “Restituiteci la nostra dignità”, scrivono in una lettera in cui denunciano di non vedere lo stipendio da 16 mesi. Un messaggio sicuramente più forte rispetto agli strepitii del leader del M5S.

Ma perché questi strepitii dunque? C’è chi tra i renziani mormora che Grillo abbia tentato in questo modo di recuperare il gap di visibilità che lo distanzia dal segretario del Pd. Il Movimento, dopo la bagarre delle scorse settimane e l’assenza dalle elezioni sarde, deve rilanciarsi in vista delle Europee. E quale migliore occasione se non un faccia a faccia con l’“ebetino” di Firenze, deve aver pensato il popolo di Grillo. Che a Grillo piaccia oppure no.

 

 



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