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Ucraina, l’Occidente impari dagli errori del passato

Tutto sta e tutto cade insieme, l’abbiamo sentito usare molte volte, ma questa frase ben dice della situazione che si evolve in Ucraina. L’accordo stipulato dal presidente Yanukovich, dalle opposizioni di Piazza Maidan e garantito dalle diplomazie USA, UK, Francia e UE non è stato per nulla rispettato. Tutte le ragioni sono comprensibili, non pienamente giustificabili visto il neo protagonismo, sempre più prorompente della falange armata anti-russa e anti-ebraica, una volta bandita e ora parte del nuovo potere di Kiev.

Lo dico a malincuore, dopo aver letto commenti tra i più disparati nelle ultime settimane. Io e pochi altri italiani, eravamo nella missione internazionale di osservazione delle elezioni parlamentari in Ucraina poco più di un anno fa, non è vero che Svoboda, partito nazionalista, sia stato aiutato dal Partito delle Regioni. Si potrebbe dire e si è rilevato ben altro, per esempio che per tutti i partiti, soprattutto fuori dalla regione della capitale, gli oligarchi hanno ottenuto o favorito i candidati che più garantivano il loro potere.

Detto questo, gli esagitati di Francia e UK, inclusi gli Usa farebbero molto bene ad usare un poco di prudenza, prima di sconvolgere un Paese così europeo e così tradizionalmente ortodosso nei suoi legami di amore e odio verso Mosca. I risultati delle agitazioni anglo-franco-americane li conosciamo e li subiamo ancora oggi:instabilità e estremismo, riduzione dei diritti umani e omicidi a sfondo religioso. Gli accordi del 21 febbraio non sono stati rispettati, la diplomazia occidentale è in grave difetto! soffiare sul fuoco provocherà la balcanizzazione dell’Ucraina.
Mi permetto di ricordare che oggi, non un decennio fa, la situazione della Bosnia Erzegovina è molto difficile. Dagli esempi si impara, soprattutto se gli esiti funesti sono vissuti/subiti da Paesi amici e parte della stessa famiglia UE.

Vorrei chiarire, a scanso di equivoci, che a causa di diverse circostanze più o meno fortunate, sono stato l’ultimo politico europeo (allora capo del PPE al Consiglio di Europa) ad incontrare Yulia Timoshenko tre settimane prima del suo arresto e il primo ad invitare in una sessione plenaria internazionale la figlia Eugenia dopo l’arresto della madre. Non ci possono essere dubbi o fraintendimenti sulla parte che prediligo, ma non ci sono dubbi sul discredito internazionale che le diplomazie di USA, UK, Francia e UE hanno subito dopo il mancato rispetto degli accordi del febbraio scorso.

Nemmeno un dubbio mi sfiora sulle “buone intenzioni” di questi paladini, basta qui considerare la buona memoria di accordi miliardari stipulati tra Chevron per la coltivazione e commercializzazione del “gas shale” e il regime di Yanukovich nell’ottobre scorso o quello dell’affitto del 5% del territorio ucraino al “Ministero dello sviluppo agricolo” cinese. Ci sono interessi da difendere e rispettare, non si capisce perché quelli della Chevron valgano più di quelli della Gazprom.
La posizione italo-tedesca oggi appare la più saggia e la più in linea con il diritto internazionale e il bene della cara nazione Ucraina, tener aperto il dialogo tra le parti, tra le regioni tradizionalmente russofone e quelle europee, riallacciare il filo del confronto tra alcune discreditate e inaffidabili diplomazie europee e la Russia e la stessa Ucraina è una occasione storica per la nostra diplomazia e quella tedesca. Rimettere nella linea degli accordi internazionali ciò che un “quartetto” di incapaci ha fatto deragliare sarà invece molto, molto difficile.

Non siamo naïf, non sarà facile nè rapida la soluzione. Tuttavia ci sono dei dati di fatto difficilmente controvertibili, la Russia esce alla grande da questa prima fase della vicenda:Putin ritira le truppe dai confini, la gran parte della popolazione della Crimea e delle regioni dell’est al primo referendum sceglierà l’autonomia o la separazione da Kiev. Gazprom, giustamente, vorrà essere pagata e non accetta sconti da parte di nessuno. Bene, vorrebbe qualche benpensante spiegare a tutti noi, quali paesi sono in grado oggi, di risollevare le finanze ucraine e nello stesso tempo pagare i miliardi che quel paese deve alla Russia per le forniture di gas? Alla fine e se tutto andrà bene, l’Ucraina diventerà una federazione o confederazione e il vero vincitore, senza sparare un colpo, sarà la Russia che si vedrà pagati i debiti del gas. Putin è un gigante, la Ue dimostra ancora una volta una insufficiente personalità politica (dopo il silenzio agghiacciante su Libia,Tunisia,Egitto e Siria) o come dicono al Dipartimento di Stato Usa:”Europe? Fuck off”.

Obama? Dispiace per gli Usa e per lunga tradizione della sua diplomazia, ma si commenta da solo un Presidente che ieri, tra minacce di “conseguenze gravi” e “espulsioni (?) dal G8”, si è messo in mostra per le parole usate al ricevimento per i donatori del “Planned Parenthood” (più sovvenzionata e terribile organizzazione pro aborto del mondo): “Dio benedica il vostro lavoro!”.
Ho sentito dire che Putin, avendolo saputo, abbia commentato queste parole dicendo essere ben felice che il Presidente Obama l’avesse definito “dalla parte sbagliata della storia”, visto che quella giusta era quella favorevole all’omicidio infantile…



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