Non è un bell’inizio per Matteo Renzi. L’Italia è stata randellata dalla Commissione di Bruxelles.
LE MOTIVAZIONI
L’Italia è un paese con “squilibri macro-economici eccessivi”. E’ quanto si legge nel rapporto pubblicato oggi dalla Commissione Ue che alza il livello di allerta sull’Italia da Paese con semplici squilibri macroeconomici a paese con squilibri eccessivi. Solo Croazia e Slovenia sono considerati insieme alla Penisola paesi con squilibri eccessivi, mentre non lo è più la Spagna. Grecia, Portogallo, Cipro e Romania, in quanto paesi sotto programma di aiuti, non sono stati presi in considerazione da Bruxelles in questa analisi.
LA MORALE
Manovra correttiva dunque? Oppure richiesta implicita di una patrimoniale? Le domande sorgono spontanee dopo il giudizio della Commissione Ue e dopo l’ottimismo a piene mani profuso dal nuovo premier Matteo Renzi, nonostante gli sforzi compiuti dall’Italia e dai precedenti governi per rispettare gli stupidi parametri su deficit e debito in presenza di una recessione conclamata: l’effetto depressivo di politiche improntate all’austerity erano chiari. Dunque le critiche odierne suonano come una beffa.
LE PAROLE DI REHN
Per Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici, “fronteggiare le sfide dell’economia italiana richiede azioni politiche decise e un forte impegno, incoraggiamo il nuovo governo a compiere tali azioni per rafforzare la crescita e creare posti di lavoro. Vogliamo sostenere l’Italia in questo percorso”, anche perché se il Paese non dovesse prendere “misure adeguate” e mancasse “ripetutamente” l’impegno a definire un piano di correzione “sufficiente” rischierebbe una sanzione finanziaria fino allo 0,1% del Pil (circa 1,5 miliardi di euro).
LA RAMANZINA ALLA GERMANIA
Bruxelles ha anche bacchettato Berlino perché un surplus troppo alto nella bilancia commerciale tra import ed export è un segno di alta competitività, ma scarsa domanda interna e risorse economiche non distribuite bene. L’Ue chiede dunque a Berlino “misure per rafforzare la domanda interna e il potenziale di crescita”. Tali misure “che avranno effetti sulla domanda interna”, spiega la Commissione, sono già “contenute nell’accordo di coalizione del nuovo Governo”. E, infatti, immediata è arrivata la replica di Berlino che “non vede alcun segno” per sostenere che l’export della Germania “rechi danno all’eurozona”.
LE CRITICHE ALLA FRANCIA
Nel mirino della Commissione è finita anche la Francia a causa della bassa competitività, persistente calo dell’export, costo del lavoro elevato e target di riduzione del deficit che non sarà rispettato. Tuttavia, secondo Bruxelles, si tratta ancora di squilibri macroeconomici non eccessivi. Per l’Esagono la raccomandazione specifica riguarda la riduzione del deficit. Come per l’Italia, anche per la Francia scatta il monitoraggio stretto della Commissione che farà rapporto all’Eurogruppo.
IL GIUDIZIO SUGLI ALTRI PAESI
Gli altri. Olli Rehn ha sottolineato come gli Stati membri abbiano “fatto dei progressi nel fronteggiare le sfide economiche ma si tratta di passi avanti che variano da paese e paese che in alcuni casi devono essere rafforzati”. E’ una indicazione che riguarda soprattutto i tre paesi che oggi fanno parte dei “vigilati speciali” (Italia, Croazia e Slovenia) perché i loro squilibri sono considerati “eccessivi”, tali da creare un problema anche all’Eurozona di cui fanno parte. Dieci paesi hanno degli squilibri macro-economici che possono essere considerati sotto controllo per i quali sono necessarie misure specifiche: Belgio, Bulgaria, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Ungheria, Olanda, Svezia, Finlandia, Regno Unito. Tre non hanno squilibri: Danimarca, Lussemburgo e Malta. I paesi sotto salvataggio, come detto, non fanno parte dell’analisi.