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Perché Obama continuerà a sostenere Super Morsi

Anche se è vero che con il decreto sui nuovi poteri al presidente egiziano Mohamed Morsi ha esagerato, gli Stati Uniti non ritireranno il loro sostegno. Nonostante i rischi di instabilità provocati dalle manifestazioni degli ultimi giorni, il ruolo dell´Egitto resta determinante per gli equilibri di regione e gli Usa confidano nel potere che ha per la mediazione dei conflitti.

Secondo Gianni De Michelis, presidente dell´Istituto per le relazioni internazionali tra l´Italia e i Paesi dell´Africa, America Latina, Medio ed Estremo Oriente (Ipalmo), Barack Obama non toglierà l´appoggio al nuovo governo egiziano. Le oscillazioni e l´ambiguità dell´amministrazione americana fanno parte di un processo politico complesso che è lento ma sicuro.   In una conversazione con Formiche.net, De Michelis spiega: “Le forze dei Fratelli musulmani sono determinanti per mantenere il cammino verso la democrazia mantenendo gli elementi identitari di cultura e religione. L´Europa dovrebbe capirlo: è successo in Italia con la Democrazia cristiana, un partito con forte identità religiosa. In quanto ad aritmetica parlamentare Alcide De Gasperi non aveva bisogno di un governo di coalizione ma l´ha fatto per privilegiare la democrazia. È questa la strategia vincente”.

L´ex ministro degli Esteri crede che prendere il rischio di sostenere una linea marcatamente filo-islamica fa parte della scommessa americana. Solo così si potrà indurre il punto di vista islamista verso una tendenza più moderata sui diritti umani e civili.   La mediazione egiziana nella Striscia Le ultime dichiarazioni di Khaled Meshaal, il capo di Hamas, coincidono con quelle di Abu Mazen, presidente dell´Autorità nazionale palestinese all´Onu: sarà privilegiata un´iniziativa politica, rispetto a quella militare, per risolvere il conflitto tra Israele e Palestina. Un successo diplomatico del quale l´Egitto sembra essere artefice in buona parte. Secondo De Michelis,”Morsi ovviamente spingerà verso la causa palestinese ma questo scenario, su cui l´Egitto si è impegnato, è già positivo”. In più c´è il sostegno di alcuni Paesi occidentali forti come la Francia e la Gran Bretagna che domani all´Assemblea generale dell´Onu saranno favorevoli al riconoscimento dell´entità statuale della Palestina.

Morsi e l´arte di sfruttare la situazione È giusto che la comunità internazionale si preoccupi per la situazione in Egitto; è il Paese più importante dal punto di vista demografico nella regione, oltre al significato culturale e storico. Secondo De Michelis il rischio che le manifestazioni degli ultimi giorni possano degenerare è alto e il pericolo maggiore è la ripercussione che questo può avere negli altri conflitti dei Paesi arabo-islamici della regione. “In Egitto c´è un combinato di tensioni singole, su ogni Stato (soprattutto in Qatar), e di pressioni esterne come le forze laiche e entità forti come gli Stati Uniti e l´Occidente. Questo mix aumenta il rischio che la situazione vada fuori controllo”.

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