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A scuola di intelligence economica

Un tempo si chiamava marketing strategico, con l’evoluzione tecnologica è diventato business intelligence, ma nel complesso è sempre quell’attività di raccolta, analisi e trasformazione di informazioni in conoscenza che le imprese svolgono quotidianamente. Nelle grandi aziende pubbliche e private, vi sono strutture dedicate, ma nelle piccole e medie imprese quest’attività è più informale, meno strutturale. E i risultati si vedono, purtroppo.

Non farsi prendere alla sprovvista

Luciano Hinna presenterà venerdì 30 novembre il Master di secondo livello sull’intelligence economico-finanziaria dell’Università Tor Vergata di Roma, una prima assoluta per il nostro mondo universitario. Hinna cita la crisi innescata dalle Primavere arabe, un fatto improvviso, una discontinuità strutturale i cui effetti solo le grandi aziende come l’Eni hanno potuto in qualche modo rintuzzare, mentre per le piccole e medie imprese è stato un fulmine a ciel sereno, una perdita secca di mercato, almeno nel breve termine. Assetti competitivi e istituzionali, legislazione, evoluzione della domanda, prospettive tecnologiche internazionali: è quanto deve necessariamente rientrare nel bagaglio di chi vuole specializzarsi nella difesa economica nazionale. Hinna pensa non soltanto allo spionaggio industriale, ma anche alle scalate ostili, alle acquisizioni da parte di fondi che svuotano le imprese e le svendono, o alla penetrazione della malavita nel commercio come strumento di riciclaggio del denaro sporco. Una realtà purtroppo nota in Italia, e a Roma in particolare.

A chi è rivolta l’iniziativa

L’emblema del master è l’aragosta: un animale che non ha strumenti di offesa, è preistorico, e ogni volta che cambia dimensione perde la corazza. È dunque sprotetta, come le imprese, e solo percependo tutto ciò che accade nell’ambiente circostante è riuscita a sopravvivere. Insomma, più che le chele per afferrare i rivali, sembra suggerire Hinna, servono e serviranno sempre più le antenne per vederli arrivare in tempo. Le metodologie: ai partecipanti al corso si insegnerà ad interrogare i database aperti (open source intelligence), per poi instradarli in posizioni interne soprattutto al mondo imprenditoriale, ma anche alle agenzie investigative pubbliche. Il focus, la “partita da giocare” dice Hinna è l’esportazione.

Un ponte dove c’erano muri

L’obiettivo è colmare un ritardo rispetto per esempio alla consolidata tradizione di difesa politico-economica francese partendo dalle imprese, cellule elementari del sistema di informazione di cui l’intelligence è la naturale evoluzione. “Cerchiamo di costruire un ponte laddove prima c’erano solo muri”, dice Hinna, “consapevoli che la sicurezza pubblica è la sommatoria della sicurezza delle imprese”. In pratica, il Master rappresenta una tappa di un lavoro di raccordo e condivisione tra sicurezza statale e delle istituzioni e sicurezza economica privata, laddove la seconda assume carattere d’interesse generale, purtroppo non sufficientemente presidiato, come per le Pmi orientate all’export che sono la parte più dinamica e competitiva dell’economia italiana, e che devono agire in modo più coordinato sui mercati esteri. È questa una scommessa politico-culturale: cercare – dice Hinna – di rilanciare l’università come “avanguardia culturale”, uno sforzo controcorrente in tempi in cui le università tendono, anche per motivi di bilancio, a seguire il mercato e non a determinarlo.



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