Skip to main content

Innovazione e sostenibilità ambientale, una sfida che l’Italia può vincere. Il discorso del ministro Galletti

Sono grato in modo particolare al presidente Gianni De Gennaro per aver voluto promuovere il seminario “Innovation 4 smart Solution” e di averlo fatto nel contesto di uno dei luoghi culturali più suggestivi di Roma, il Centro Studi Americani.

Per troppo tempo è prevalsa nell’opinione pubblica l’idea di una divaricazione fra Europa e Stati Uniti nel campo della lotta ai cambiamenti climatici. In effetti, il punto di vista iniziale era molto diverso. Ora, per fortuna, le policy ambientali del vecchio e del nuovo continente vanno avvicinandosi, contaminandosi positivamente.

La stessa idea di Green Economy, o di sviluppo sostenibile, è divenuta un comune codice di interpretazione del futuro del pianeta. Coniugare la tutela del creato con la possibilità di far progredire le nostre società non è più un obiettivo ideale o fissato in regole unilaterali: è una sensibilità che unisce produttori e consumatori.

Il modello economico basato sullo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e sulla scarsa attenzione agli impatti delle attività antropiche sull’ambiente sta lasciando il posto ad un nuovo modello di sviluppo, basato su un uso sostenibile delle risorse naturali ed una riduzione drastica degli impatti ambientali e sociali ai fini di un miglioramento generalizzato della qualità della vita.

Si tratta di una sfida impegnativa che richiede un grande impegno per la politica, le istituzioni e le imprese.

È una sfida che possiamo vincere se sapremo lavorare insieme, legislatori e imprenditori, europei ed americani.

La chiave di volta per il successo delle politiche ambientali sta nell’innovazione, nella capacità cioè di creare le condizioni più favorevoli affinché si possa realizzare quella “Low Carbon Strategy” che ci vede tutti impegnati.

L’iniziativa di oggi ha proprio questo merito. Di dimostrare che attraverso la ricerca e l’innovazione è possibile implementare tecnologie che consentono un uso più razionale delle risorse e quindi di ottenere minore inquinamento e maggiori risparmi. Lavorare sulla efficienza energetica consente non solo di consumare meno energia e di sprecare meno acqua ma anche di ottenere risultati apprezzabili in termini di sicurezza così come di rating ambientale.

Il fatto che una grande impresa come Selex del gruppo Finmeccanica abbia voluto investire in una ricerca condotta con la Columbia University e che abbia attivato una partnership con una grande società americana di real estate non può che essere apprezzabile.

Questo lavoro, mi piace qui sottolinearlo, è stato svolto senza finanziamenti pubblici ed il sistema Di-Boss che è stato brevettato ha una sua valenza sul mercato anche senza incentivi statali.

Ambiente e sicurezza sono due valori riconoscibili dal mercato e sul mercato. La capacità competitiva del Sistema Italia non può prescindere dai concetti di innovazione tecnologica e sostenibilità.

Alla politica ed al governo, italiano ed europeo, tocca il compito di incoraggiare queste iniziative e fare in modo che siano sempre più la regola e non l’eccezione. In particolare, dobbiamo riconoscere che se vogliamo davvero ridurre la produzione di CO2 non possiamo intervenire solo sulle produzioni delle industrie manifatturiere ma incidere su quella enorme fonte di inquinamento che sono gli edifici residenziali e non.

Qui, non possiamo negarlo: anche lo Stato deve fare la sua parte e non limitarsi a dispensare buoni consigli ai cittadini. Gli immobili pubblici sono infatti quelli meno propensi ed organizzati a fare efficienza. Lo spreco di risorse è ancora enorme. Per questa ragione, penso infatti che sia possibile intervenire per realizzare risparmi ambientali e finanziari importanti.

Mi piacerebbe che la spending review di cui sentiamo tanto parlare e che ha visto un grande sforzo di attenzione da parte dei precedenti governi e anche del nostro possa essere orientata non solo al taglio delle auto blu ma anche delle emissioni e dei costi che ne conseguono.

Innovare quindi, sia dal punto di vista tecnologico che culturale. Iniziative come quelle di oggi ci spronano ad andare avanti e ad insistere. L’Italia può essere protagonista del cambiamento e farlo davvero, senza retorica.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter