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Il referendum Renzi alle Europee

Che ci sia o meno il suo nome sulla lista Pd poco importa. È con in testa Matteo Renzi che gli italiani sceglieranno se mettere o meno la crocetta sul Pd alle prossime Europee. È il premier stesso a sapere che quello del 25 maggio sarà prima di tutto un referendum sulla sua persona. Ecco perché sta tentando in tutti i modi di renderlo un plebiscito a suo favore. Anche per cercare di far dimenticare la manovra di palazzo che lo ha portato alla guida dell’esecutivo, non passando dalle urne, come forse avrebbe voluto.

Ci sono gli 80 euro in più in busta paga che il presidente del Consiglio ha ammesso candidamente di voler giocarsi in chiave elettorale, rendendoli realtà dal 25 aprile, anche se le procedure gli imporranno almeno un mese di ritardo. Ci sono i tagli ai costi della politica, F35 compresi, per cercare di impressionare la parte più a sinistra del suo elettorato. C’è la sua sfida “a testa alta” e anti-austerity all’Europa sullo sforamento del tetto del 3% del deficit per intercettare il sentimento euro-scettico prevalente. E poi il ritmo serrato sulle riforme, a partire da quella elettorale, l’abolizione delle provincie, la trasformazione del Senato…

Certo, i suoi avversari stanno rendendo il compito più facile del previsto al segretario Pd. Il centro-destra correrà in ordine sparso per l’Europarlamento con Berlusconi fuori dai giochi, al centro vige la confusione tra lista Alde e non, a sinistra la lista Tsipras non dà certo l’idea di marciare compatta verso l’obiettivo. Il più temibile resta Beppe Grillo che ha lanciato su Repubblica la sfida ai democrat e si prepara al suo tour contro il “mostro che si aggira per l’Europa”, l’euro. Oltre naturalmente alla minoranza del Pd che attende speranzosa il primo passo falso del nuovo premier.

Ecco tutti gli approfondimenti di Formiche.net:
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