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Chi è Shane Smith, il nuovo Murdoch del giornalismo d’assalto

In apparenza potrebbe sembrare un tipo poco raccomandabile: tatuaggi ovunque, vestiti trasandati, barba lunga, sguardo particolare. Ma Shane Smith, giornalista americano-canadese di 44 anni, è tutt’altro che uno sbandato. Con una semplice idea è riuscito a creare un impero da 400 milioni di dollari in un settore, oggi in crisi, quello dell’informazione: la sua “creatura” è Vice Media (disponibile anche in italiano).

Per la BbcSmith è il nuovo Rupert Murdoch, con il quale non a caso ha fatto affari recentemente. Il colosso News Corporation ha sborsato 70 milioni di dollari per il 5% delle azioni di Vice. Come hanno festeggiato l’accordo? Con una birra in un bar di Brooklyn.

GLI INIZI
Tutto è cominciato a Montreal vent’anni fa. Smith aveva deciso di fondare una rivista, appena finita l’università. Con due amici cominciò a lavorare all’ideazione de “La Voce di Montreal”. Due anni dopo, il nome è cambiato in Vice, una testata che si occupava principalmente di moda e cultura. All’epoca sono cominciati i problemi economici ma, secondo Smith, “gli hipster dell’est hanno risposto al richiamo (di Vice)”.

GONZO JOURNALISM
Per trovare più sponsor e contatti, nel 1999 Smith decise di trasferirsi a New York. In quel periodo Vice cambiò metodologia: i video, realizzati dallo stesso Smith, hanno progressivamente conquistato gli utenti. Il giornalista confessa che da sempre aveva pensato in una visione globale. “La formula adottata da Vice per le sue inchieste, in Nord America e in tutto il mondo, consiste nel non riportare semplicemente una notizia, ma nel provare a viverla dal di dentro”, ha scritto il 24 marzo Repubblica. Un metodo simile al Gonzo journalism di Hunter S. Thompson.

COS’È VICE
Vice è una piattaforma multimediale: sito internet, canale Youtube e agenzia di pubblicità. Oggi conta su 1500 dipendenti e 5mila collaboratori in tutto il mondo. Ha anche un programma tv sul canale HBO, una rivista, una casa di produzione discografica e una casa editrice. Il prodotto più seguito è il sito, che pubblica soprattutto reportage e documentari. Diretto da giovani, Vice segue la dottrina del “giornalismo di immersione”: per informare su un fatto bisogna seguirlo, essere coinvolti fino in fondo.

DALLA CRIMEA AL VENEZUELA
Con questa formula, Vice ha conquistato 129 milioni di utenti ogni mese. La copertura della crisi in Crimea (guarda la diretta streaming sul canale Youtube) è un buon esempio di cosa fa Vice: il giornalista non si è limitato ad andare sul posto, ma si è infilato in una milizia pro-Russia. Dopo aver raccontato da Pyongyang alcune storie riguardanti videogiochi prodotti in Corea del Nord, i dipendenti di Vice sono stati dichiarati persone non gradite. Inoltre, Vice ha mostrato ai suoi utenti la caccia a Gheddafi in Libia, le violenze in Darfur e le proteste in Venezuela. In Messico ha realizzato un paio di documentari sui cartelli della droga e in Pakistan ha coperto gli attacchi a Karachi.



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