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Consigli utili per bravi manager statali

Articolo pubblicato da L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi.

Non spendere quello che non hai. Se nei decenni la politica avesse rispettato questa semplice regola che tante famiglie italiane conoscono a memoria, lo Stato non avrebbe accumulato il terzo debito pubblico del mondo. Con l’aggravante, oltretutto, che i cittadini sono stati capaci, nel tempo, di creare risparmi notevoli e imparagonabili, anch’essi, con quelli prodotti a livello privato nelle economie forti come la nostra: il piccolo, grande tesoro delle formichine italiane.

PROPENSIONE AL RISPARMIO

Non è un caso, allora, che nel così difficile e prolungato periodo di crisi che stiamo vivendo, l’osservatorio Prometeia, che queste questioni analizza, preveda il prossimo ritorno a una “propensione al risparmio” da parte dei consumatori. “Risparmio”, dunque, e non “consumo”, non appena -si spera presto, comunque non oltre il 2015- torneremo a rivedere un po’ di stelle.

Ma stavolta la tradizione popolare del mettere da parte quel che si può in attesa di momenti migliori, non sarà sufficiente per raddrizzare le cose e risanare i conti, come esigono il futuro dei nostri figli e i parametri, pur ciechi e anacronistici, dell’Europa. Al grande sforzo del risparmio collettivo devono partecipare quelli che più agevolmente possano permetterselo. A cominciare dagli alti dirigenti, attivi o in pensione, chiamati non a svenarsi, ma a dare il buon esempio. A costo di fissare un tetto massimo per i manager delle società statali non quotate di 311 mila euro lordi all’anno, agganciandolo allo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione?

COSA FA UN BUON MANAGER

Se la sforbiciata, in arrivo da aprile, significa che la festa è finita per tutti, e che la parsimonia deve diventare un valore pubblico anche tra dirigenti e benestanti (non più soltanto l’antica virtù del popolo di formichine), ben venga. Ma non sarà certo il limite a fare del manager un buon manager. Sarebbe più giusto vincolare i compensi d’oro ai risultati ottenuti da parte di chi quell’oro percepisce. Guadagnino anche di più, se col lavoro manageriale i treni arrivano in orario e alle poste s’evitano le code.

SPECCHIO DELLE MIE BRAME

Ma non vengano pagati neanche come il più alto magistrato se, per esempio, non si risolve il problema dei treni pendolari, dove non si riesce neanche a capire chi sia il principale responsabile (Fs, Stato, Regioni?). Un degrado inaccettabile a fronte della più riuscita e coccolata Alta velocità. Il manager pubblico, al pari di quello privato, deve finalmente imparare la differenza che passa tra il far bene o no. E il suo compenso sia come lo specchio delle mie brame: chi è il più bravo del reame? Soldi e riconoscenza oppure arrivederci. Solo così si può sperare di cambiare in epoca di risparmio.

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