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Servizi pay tv, l’OTT americana Netflix arriverà a Lussemburgo

Netflix fornirà un servizio over the top dal paradiso fiscale nord europeo. Il colosso del web americano rinuncia alla sede francese

Da quando la pay tv è entrata nelle nostre vite molte cose sono cambiate: le nostre abitudini di uso e consumo dei contenuti televisivi e il mercato televisivo in generale. In Italia gli operatori Sky e Mediaset detengono il monopolio delle offerte per la pay tv, propongono offerte variegate e spesso non è facile orientarsi al meglio. Su internet è possibile porre le offerte Sky a confronto con quelle di Mediaset Premium e scegliere con lucidità il pacchetto più adatto; ma i concorrenti arrivano da altre vie, utilizzando per esempio internet.

Abbonarsi alla pay tv, infatti, significa poter scegliere non solo il tipo di abbonamento e il tipo di canali e contenuti da vedere ma anche la tipologia del servizio di cui si usufruisce: oggi le televisioni a pagamento non viaggiano solo attraverso il satellitare o il digitale terrestre ma anche attraverso internet, diventando veri e propri operatori OTT (over the top).

Il pubblico di oggi è sempre più interconnesso, si informa, passa il tempo e si intrattiene attraverso una multicanalità senza eguali nella storia dell’umanità. Riuscire a implementare un’offerta che prenda in considerazione quest’aspetto significa andare pienamente incontro a uno spettatore sempre più difficile da conquistare e ‘inchiodare’ ala poltrona, assorbito da stimoli continui e pressanti.

Netflix è una grossa piattaforma americana che ultimamente ha fatto molto parlare di sé. Da qualche mese, infatti, si parla di un suo possibile sbarco in Europa attraverso la Francia ma pare che adesso l’OTT americana abbia fatto dietrofront: la sua nuova sede europea sarà Lussemburgo.

La notizia, arrivata direttamente dal quotidiano di economia Les Echos, scaturisce non poche polemiche perché pare che questa decisione rappresenti una chiara volontà della società americana di non voler accettare il regime fiscale francese in tema di servizi televisivi e internet.

E la scelta sembra più che ovvia visto che in Francia l’iva è al 20% mentre a Lussemburgo solo del 6%: insomma, pare che al solito il problema sia sempre quello che vede le web company correre ai ripari ed evitare di pagare tasse onerose cercando altri paradisi fiscali.

Netflix, quindi, pagherà meno tasse del previsto ma il problema deve essere colto alla radice. Il quadro legislativo che regola il mercato delle web company dovrebbe essere rivisto e aggiornato in base alle nuove tendenze.

In Italia, per esempio, la Web Tax sul tracciamento dei pagamenti per i servizi online, è stata congelata perché, nel pentolone legislativo, bollono molte altre cose tra le quali l’obbligo di partita iva per acquistare e-adverstising e altri meccanismi che tentano di allontanare il problema dell’ottimizzazione fiscale sul web.

In Francia, quindi, la polemica è molto accesa perché come ha detto lo stesso Ministro alla Cultura Aurélie Filippetti, il problema maggiore riguarda i vincoli che la Francia pone alla produzione televisiva per non parlare del fatto che adesso la piattaforma americana sarà più avvantaggiata rispetto agli altri operatori del mercato.

Questi ultimi, infatti, dovendo pagare le tasse, non potranno offrire contenuti altrettanto competitivi come quelli offerti da Netflix che, dalla sua, è alleggerita dal punto di vista fiscale. Per calmare le acque Netflix ha già avviato delle trattative per la produzione di una fiction esclusivamente francese anche se, non avendo sede lì, non dovrà seguire le condizioni – rigide – del Decreto Smad.

In Francia, infatti, gli operatori di servizi video on-demand hanno l’obbligo di investire sul fatturato il 12% di sole produzioni francesi di film e fiction. Inoltre, il loro catalogo deve comprendere per il 60% opere televisive (film e fiction) europee e di queste, il 40% deve essere di produzione francese.

Tutti questi e altri limiti non esistono a Lussemburgo e forse è anche per questo che la piattaforma americana ha scelto di migrare dalla Francia verso paesi con condizioni di servizio migliori.

Nonostante tutto, secondo le stime della Banca Citi, Netflix nel 2020 potrebbe arrivare a 5 milioni di abbonati solo in Francia.



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