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Renzi, non vaneggiare troppo su Silicon Valley Italia

La questione riguarda Matteo Renzi. Ne parlo perché dopo Grillo, il sindaco di Firenze è il personaggio politico che più di tutti sta investendo sulla Rete come leva per la conquista dei palazzi del potere romani. Dopo che Mashable ha fatto credere a qualcuno del suo staff che Obama ha vinto le elezioni grazie a Internet è partita la scopiazzata all´americanata. Ci avevano provato pure a destra. Da quello che so, non credo sia finita granché bene. Ma dalle parti del Pd tira aria differente. E così è partita la “nuova” politica “responsabile” basata sulla partecipazione sul Web. Tutto molto bello. Peccato che non smuova un voto.

Renzi però ha bisogno proprio di voti. Perché sa che non ha il consenso necessario per superare lo scoglio delle primarie. L´unico modo per accaparrarseli è sconfinare in quei movimenti trasversali ai partiti che possono contribuire a tirar su qualche numero residuale che può risultare utile nel conteggio complessivo dei voti. Hai visto mai un miracolo? E così tende la mano ai No Tav, tanto per fare un esempio. Strizza l´occhio di qua e di là. E in quest´opera seduttiva come resistere al fascino del digitale? E via con lo slogan: “Rivoluzione digitale Adesso!”.

Come se non bastassero tutti gli sproloqui che siamo costretti a sorbirci tutti i giorni sulla questione digitale e sulle sue improbabili doti taumaturgiche di tutti i mali del Paese. Ora ci mancava pure Renzi. Il 9 novembre è nato addirittura il “Comitato Digitale per Matteo Renzi”. Sono scesi in campo pezzi da novanta del panorama digitale Italiano. Ma quando uno legge certe dichiarazioni come “internet è la risposta per uscire dalla crisi e rilanciare il Paese” e “la rete è il principale agente di trasformazione per una società capace di creare ricchezza e distribuire benessere in modo sostenibile” rimane allibito e pensa ma questi dove vivono? In una specie di tunnel cognitivo fatto di bit e solo bit?

Parliamoci chiaro. Mi sgolerò nel ripetervelo finché non vi sanguineranno i timpani. La questione digitale ha la sua sacrosanta importanza. Ma nel pantano in cui stiamo affondando per colpa della crisi è l´ultimo dei nostri problemi. Se non si pensa al rilancio dell´industria, quella fatta di ferro e sudore, tutto questo sofisticato castello di carte fatto di connessioni digitali non sta minimamente in piedi. Figuriamoci se potete addirittura farci ripartire un Paese. Internet a dosi massicce spacciato come cura è una ricetta semplicistica, sconsiderata e irresponsabile per guarire dal morbo che infetta l´intera economia. E´ come somministrare un´aspirina a un malato vittima di un´emorragia interna. L´Italia non è la Silicon Valley e non lo diventerà mai. Scordatevelo tutti quanti.

Se tu, caro Renzi, appoggi queste iperboli finisci per passare come uno un po´ troppo sempliciotto, sconsiderato e irresponsabile. E rischi che le persone più smaliziate comincino a guardarti con un pizzico di diffidenza. Dopo gli ultimi vent´anni di politica, i sogni, gli show e le blande dichiarazioni d´intenti non ci bastano più. Magari perché siamo un po´ più scaltri di prima, abbiamo sperimentato come funziona sulla nostra pelle, e non ci fidiamo per niente delle suggestioni da campagna elettorale.

Antonio Lupetti

La versione integrale dell´articolo si può leggere qui.



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