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Matteo Renzi e gli intellettuali di sinistra

Come ha osservato acutamente Paolo Franchi sul Corriere della Sera di oggi, il diciassette per cento ottenuto alle primarie da Gianni Cuperlo ha segnato la fine di di quel che restava non solo del Pci-Pds, ma della sinistra storica italiana. Una sinistra che in Italia c’è ancora, beninteso, ma che “vive di ricordi e talvolta di risentimenti”. E, mi permetto di aggiungere, di appelli.

Priva di un vero radicamento sociale, di un programma e di una leadership, supplisce con una vera e propria marea di appelli, promossi o firmati dagli intellettuali-sacerdoti della religione della “Costituzione più bella del mondo”, dello Statuto dei lavoratori, del welfare dei diritti di cittadinanza intangibili, anche se nascondono sprechi che gridano vendetta o coprono i privilegi e i corporativismi più biechi.

Sono nato negli anni Quaranta e sono stato comunista fino agli anni Ottanta. Eppure avevo appreso da Piero Sraffa che la teoria marxista del valore-lavoro era inconsistente. Eppure nei Paesi del blocco sovietico, visitati spesso come sindacalista cigiellino, avevo visto con i miei occhi la rapacità della casta al potere e la bufala della piena occupazione.

Perché, allora, ho aspettato la caduta del Muro di Berlino prima di rigettare la fede di un tempo? Spiegarlo non è semplice. Diciamo che, al netto di una colpevole adesione alla doppiezza togliattiana, continuavo a pensare che il Pci restasse un baluardo della democrazia italiana.

Il leninismo rivoluzionario lo avevo comunque già messo in soffitta, fin da quando Bruno Trentin -lettore accanito di Albert Camus – mi aveva insegnato che la libertà viene prima dell’eguaglianza (anche in fabbrica). Certo, ho un po’ barato con me stesso, ma mai come quella intellighentia di sinistra che preferiva avere torto con Jean Paul Sartre piuttosto che avere ragione con Raymond Aron.

Purtroppo, il problema è che adesso c’è un’intellighentia di sinistra che preferisce avere torto con Beppe Grillo e Nichi Vendola piuttosto che avere ragione con Matteo Renzi.



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