Una delle esperienze più frustranti di Gabriel Garcia Marquez riguarda il mondo del cinema e la città di Roma. Lo scrittore aveva 27 anni ed è arrivato nella capitale italiana come corrispondente del quotidiano colombiano El Espectador. Non ha avuto alcun dubbio nell’arruolarsi come terzo assistente di regia del film “Peccato che sia un canaglia” di Alessandro Blasetti con Marcello Mastroianni, Sophia Loren e Vittorio De Sica. Peccato invece che l’unico impegno di Garcia Marquez sia stato quello sostenere un cordone per bloccare il passo ai curiosi dentro il set.
(TUTTI GLI AMICI DELLO SCRITTORE COLOMBIANO. LE FOTO)
L’IMPIEGO A CINECITTÀ
Il giovane giornalista colombiano voleva conoscere Cinecittà, addentrarsi tra registi e attori, sceneggiature e dialoghi. Secondo lo scrittore Jorge Franco, Garcia Marquez scrisse molto del Festival di Cinema di Venezia perché è stato due settimane a vedere tutti i film possibili. Era un buon critico ma il suo sogno era fare cinema.
Come attore aveva partecipato nel film “L’aragosta blu” del Gruppo di Barranquilla, un anno prima di partire per l’Europa. A Roma si è iscritto al Centro Sperimentale di Cinematografia grazie al sostegno del regista argentino Fernando Birri, con il quale fece una versione del film “Un señor muy viejo con unas alas enormes”. Nel 1989 collaborò con il regista Lisandro Duarte nel film “Miracolo a Roma”, ispirato a un suo racconto.
DALL’ITALIA A CUBA
Dal Centro Sperimentale di Cinematografia romano Garcia Marquez è andato via deluso. Pensava che nel cinema era importante raccontare buone storie e si è scontrato con un approccio accademico molto tecnico. È andato via a Parigi e lì è cominciato il decollo letterario con “Nessuno scrive al colonnello”. Trent’anni dopo, il Premio Nobel per la letteratura riprese la sua passione per la settima arte fondando la Scuola di Cinema di San Antonio de los Baños a Cuba.
“LA SANTA”, IL RACCONTO SU ROMA
Dai giorni vissuti a Roma nel 1954 Garcia Marquez scrisse il racconto “La Santa”, incluso in Dodici racconti pellegrini. La storia scorre tra Trasvetere, Parioli e Villa Borghese e gira attorno alla missione dello scrittore Margarito Duarte per incontrare Papa Pio XII. Obiettivo: fare diventare santa la figlia morta. Quello che il protagonista non sapeva è che sarebbe diventato prigioniero di Roma e delle sue dinamiche. Sulla città Garcia Marquez ha scritto: “Dopo pranzo Roma cade in un sopore di agosto. Il sole di mezzogiorno resta immobile al centro del cielo, e nel silenzio delle due del pomeriggio si sente solo il rumore dell’acqua, che è la voce naturale di Roma”.