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Occhio Fornero, buco in arrivo sugli ammortizzatori

La “Riforma Fornero” del mercato del lavoro approvata nei mesi scorsi dalle Camere cerca, tra le altre cose, di razionalizzare le forme di tutela, di sostegno e di integrazione al reddito per i lavoratori che vivono un periodo di disoccupazione o di riduzione delle ore di lavoro. In particolare, dal prossimo primo gennaio, sarà operativa l’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego) che andrà a sostituire, fatto salvo che per l’agricoltura, le diverse indennità attualmente presenti nel nostro ordinamento. Con riferimento specifico all’indennità di mobilità questo percorso sarà tuttavia graduale.

L’architettura istituzionale con cui sono state implementate queste politiche, inoltre, rappresenta sicuramente una buona pratica di collaborazione tra i vari livelli di governo coinvolti. In particolare il coinvolgimento nel finanziamento di queste misure di fondi sia nazionali che europei (ma gestiti a livello regionale) ha visto manifestarsi un’insolita capacità per la nostra classe dirigente di cooperare nell’interesse del paese dimenticandosi, per qualche ora, la squadra a cui si appartiene.

Nei giorni scorsi, tuttavia, le Regioni e le parti sociali non hanno mancato di sottolineare come siano carenti le risorse previste dal governo Monti per la cassa integrazione in deroga per il 2013 e per le successive annualità. Questa mancanza è, infatti, destinata a provocare notevoli difficoltà nella gestione e nell’erogazione della cassa.

Le risorse previste per il 2013 dovrebbero ammontare, complessivamente, a livello nazionale, a 800 milioni di euro: una cifra assolutamente insufficiente. Per poter arrivare a tale conclusione, invero, basta confrontare quest’ipotesi con i dati di spesa storica nazionale. Nel 2011 sono stati erogati 1,7 miliardi di euro, mentre per il 2012 si stima che, anche in considerazione del forte aumento delle domande di Cig in deroga nell’ultimo periodo dell’anno, si andranno ad erogare oltre 2 miliardi di euro. La crisi, come sembrano ricordarci anche questi dati, è quindi ben lontana da finire e continua ad abbattersi duramente sul nostro tessuto produttivo e sui lavoratori.

Le regioni, in questo quadro, hanno chiesto già da tempo al Ministero del Lavoro garanzie rispetto ad un’adeguata dotazione di risorse. È stata, quindi, da tempo sollecitata l’assegnazione delle nuove risorse necessarie ad arrivare almeno alla fine del 2012. Una richiesta da inquadrare, è opportuno sottolinearlo, in una situazione complessiva in cui molte regioni, soprattutto quelle del centro nord, hanno già esaurito la loro disponibilità per l’anno che sta finendo.

Il timore è che, come per la vicenda degli esodati, anche in questo caso, prevalga nell’esecutivo uno sterile criterio ragionieristico rispetto alla necessità di dare risposte concrete ed efficaci al paese, alle imprese ed ai lavoratori.

Sintesi di un’analisi più articolata che si può leggere qui


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