Caro direttore, ho visto che il collega Leo Soto ha opportunamente sottolineato un articolo-commento del Sole 24 Ore in cui, con la consueta dovizia di dati e la perizia che caratterizza i giornalisti del quotidiano confindustriale, si metteva in evidenza come i 100 milioni di euro di risparmi sbandierati da Matteo Renzi per la misura con cui si abolisce l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di pubblicare sui quotidiani bandi di gare e concorsi sono in verità ben inferiori.
Infatti, ha rilevato a giusta ragione il quotidiano color salmone, le economie per lo Stato non sono 100 milioni ma un po’ meno, perché il costo della pubblicazione nel caso delle gare spetta alle imprese che se le aggiudicano più che alle pubbliche amministrazioni. Questo per effetto di una norma voluta dal governo Monti.
Ho notato che Leo Soto ha voluto rimarcare la contraddizione dei giornali quando da un lato invocano meno lacci e lacciuoli e dall’altro si baloccano sul reale risparmio per lo Stato se un laccio o un lacciuolo viene davvero cassato. Ma sarebbe davvero interessante, oltre a fare due conti come ha ben fatto il Sole 24 Ore, conoscere l’opinione di Confindustria sulla misura caldeggiata da tempo da Formiche.net e ora approvata dal governo Renzi.
Infatti la cancellazione dell’obbligo, oltre a preoccupare le aziende editoriali, dovrebbe essere salutata con assoluto favore da tutte le aziende associate a Confindustria che, dopo aver vinto le gare indette dalle pubbliche amministrazioni, devono pure pagare il costo della pubblicità dei bandi, nonostante possa bastare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, come ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti.
O no?
Caro Niccolò, la tua domanda non è peregrina. La porremo ai vertici di Confindustria. Grazie e cordiali saluti
(Michele Arnese)