Non è tranquillo il popolo juventino. Malgrado la Signora abbia vinto il terzo scudetto consecutivo con due giornate di anticipo sulla fine del campionato, i 14 milioni di bianconeri non guardano al futuro con serenità.
A turbarli non è tanto il possibile (ma difficile) abbandono di Antonio Conte, il mister miracolo che ha fatto rinascere la squadra, quanto un foglio cartaceo che viene stampato e diffuso ogni giorno in centinaia di migliaia di copie, vale a dire il Corriere della Sera.
Il primo quotidiano italiano, come si sa, appartiene a quell’ex salotto buono dal nome Rcs controllato, in forma condominiale, dagli ex poteri forti del Paese, industriali, banchieri, finanzieri dalle altalenanti fortune. Ora succede che, in questo club sempre più simile a un’armata Brancaleone, la Fiat abbia deciso di giocare un ruolo di primo piano, assicurandosi il pacchetto di maggioranza relativa, attorno al 20 per cento. Perché mai lo abbia fatto, visto che la RCS perde soldi come un secchio bucato perde acqua, non è dato sapere. Ma l’animo umano e spesso di difficile decifrazione, e comunque questo è un altro discorso.
Fatto sta che la Fiat di John Elkann e sul ponte di comando di RCS-Corriere e intende dare la rotta. Come secondo passo, siccome non si può fare tutto da soli e il 20 per cento è una buona quota ma non la maggioranza, ha cooptato Urbano Cairo, editore di indubbio talento, l’unico che riesca a chiudere bilanci in nero nel disastrato mondo della carta stampata. Da tempo Cairo affianca discretamente Elkann in Rcs e lo farà ancora di più in futuro visto che, da poche settimane, ha quasi raddoppiato la sua partecipazione nel gruppo che pubblica il Corriere, essendo salito al 3,7 per cento.
Ora succede che Cairo è anche il proprietario del Torino, squadra che ha saputo rilanciare egregiamente: sta concludendo un ottimo campionato e intravvede le Coppe europee. Cairo è un uomo d’affari concreto che non fa nulla per nulla. Se ha accettato di svolgere un ruolo da comprimario in RCS spendendo alcune decine di milioni è perché – come dicono a Genova – avrà la sua convenienza o, in altre parole, i capitali usciti verso via Solferino da qualche parte sono ritornati e ritorneranno.
E da qui nasce l’inquietudine del popolo bianconero. Lo scorso anno il Torino calcio ha venduto alla Juventus un difensore, Angelo Ogbonna. E’ stato probabilmente l’unico acquisto sbagliato di Marotta-Conte. Un errore così clamoroso da parte di un duo che di calcio sicuramente si intende, da far pensare a molti che non sia stato una sbaglio, ma la restituzione di un favore. Tanto più che il difensore è stato pagato una cifra strabiliante, 13 milioni di euro. Più di quanto siano costati Tevez e Lloriente, i due campioni ai quali la Juve deve gran parte del suo ultimo scudetto.
La paura è che l’ascesa di Cairo al 3,7 per cento di RCS possa comportare altri errori nella prossima campagna acquisti della Juventus. Campagna che dovrà invece essere attentissima se Madama vuole tenersi Conte e tentare, con qualche chance, l’avventura della Champion’s League.