Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Francesco Stammati apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.
Per chi votano i ciellini? Da qualche tornata elettorale l’interrogativo non è più retorico, visto che don Julian Carron, il sacerdote spagnolo succeduto al fondatore, don Luigi Giussani, è attentissimo a evitare che Comunione e liberazione non finisca invischiata in colletarilismi politici o, quantomeno, che l’impegno dei singoli aderenti non venga tradotto come lo schierarsi del movimento cattolico tout-court.
Invano, quei vaticanisti che con Cl hanno il dente avvelenato hanno setacciato i documenti ufficili del movimento per scorgervi l’allineamento a questo o quel partito, e trovandovi solo gran citazioni di Benedetto XVI, sul rapporto fede e ragione, e di Papa Bergoglio per la lettera a Eugenio Scalfari.
E il sacerdote, per parte sua, vola alto: «Solo se l’Europa diventa uno spazio di libertà», ha detto in un’assemblea milanese, «dove ognuno può essere immune dalla coercizione, fare il proprio cammino umano e condividerlo con chi trova sulla propria strada».
Restano, come detto, i singoli ciellini impegnati i politica e restano, come da tradizione, le amicizie storiche di tanti, impegnati nelle impresa e nel sociale, con singoli politici esterni al movimento.
MAURIZIO LUPI
Come è noto, dopo la diaspora del Pdl, il grosso dei discepoli di Giussani in politica s’è indirizzato nel Nuovo centro destra-Ncd, anche perché a questa formazione ha dato vita proprio uno dei primi a seguire la via della politica sulle orme di Roberto Formigoni, oggi senatore di quella formazione, vale a dire Maurizio Lupi. Il ministro delle Infrastrutture è capolista nella circoscrizione Nord-Ovest della lista comune Ncd con l’Udc e con i Popolari per l’Italia, del confratello Mario Mauro. In questa lista e in questa circoscrizione pare in effetti esser tornati ai tempi del Movimento popolare, la formazione pre-politica cui molti aderenti a Cl dettero vita negli anni ’80, per impegnarsi senza creare imbarazzi al movimento con vescovi e gerarchie vatiche.
MASSIMILIANO SALINI
È infatti candidato qui anche il presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini, 40enne di Soresina (Cr), brillante giurista e con una qualificata esperienza aziendale. Salini si sta muovendo molto, alternando gli incontri con la base, specialmente in ambito associazionisti e cattolico, a passaggi qualificati nel mondo produttivo, dove mostra di saper parlare il linguaggio della media impresa e, da buon cremonese, del mondo agricolo, tant’è vero che Confagricoltura lo sta sostenendo presso gli associati. Salini vedrà il seggio a Strasburgo se i sondaggi, che danno Ncd intorno al 6% a livello nazionale, reggeranno nelle prossime settimane. Dovrebbero infatti scattare quattro seggi, i primi tre sicuramente appannaggio di Lupi, del presidente della provincia milanese Guido Podestà e del senatore Gabriele Albertini.
MATTEO FORTE, GIAMPIERO LEO E GABRIELE TOCCAFONDI
Spesso nei «santini», i promemoria distribuiti per esprimere il voto di preferenza (e il 25 maggio se ne potranno dare due), il nome di Salini va accoppiato con quello di un altro ciellino, Matteo Forte, 29enne milanese, consigliere a Palazzo Marino dove era stato eletto col Pdl coi voti, a valanga, degli universitari di Cl. Oggi Forte sta con l’ex-ministro della Difesa, Mauro, a quella quarta posizione nei voti di preferenza punta anche lui. E in quel piazzamento spera, anche se con minori chanche, Silvio Magliano, consigliere comunale a Torino, classe 1980, erede politico di un storico politico discepolo di Giussani, come Giampiero Leo, nato Dc e arrivato con Forza Italia e Pdl, agli vertici della politica regionale. Nella circoscrizione centro, sempre nella lista centrista, c’è uno dei volti più noti degli alfaniani: il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, già deputato e coordinatore Pdl a Firenze, poi all’istruzione con Enrico Letta e riconfermato da Matteo Renzi. Quella di Toccafondi, che ha un incarico più visibile certo di uno scranno a Strasbugo, è una candidatura di bandiera.
FLAVIO ZANONATO
Non è ciellino, ma prenderà i voti di molti ciellini padovani e veneti, Flavio Zanonato, ex-sindaco della città del Santo. Li garantisce la sua storica amicizia con Graziano Debellini e Igino Gatti, che trent’anni fa appena laureati misero in piedi le prime cooperative per far fare le vacanze alle comunità di don Giussani, finendo per creare un gruppo turistico nazionale con Tivigest.
E Debellini compare, con Zanonato, a fianco di Pier Luigi Bersani, in visita alla cooperativa di detenuti Giotto, dopo il comizio padovano del 2012 dell’allora segretario democratico. Bersani, che fu massicciamente sostenuto dai ciellini padovani a quelle primarie, era già stato votato alle europee del 2004, e anche dalle comunità emiliane, con cui vantava un ottimo rapporto per essere un assiduo del Meeting di Rimini.
CHI SOSTERRA’ RENZI
Ma a Padova non saranno i soli a votare Pd: moltissimi ciellini, in ordine sparso, voteranno il partito anche senza dare la preferenza, a sostegno di Matteo Renzi, che piace a moltissimo, come dimostrò la trionfale accoglienza alla assemblea nazionale della Compagnia delle Opere, associazioni di imprenditori nata da aderenti a Cl, e tenutasi nella primavera dell’anno scorso a Firenze. Stanno dentro a quei cattolici praticanti per i quali il Pd sarà il primo partito, come diceva ieri un sondaggio Ipsoa per il Corsera. Nel segno del segretario non pochi ciellini e aclisti, iscritti all’Azione cattolica, spesso in urto, si ritroveranno sotto uno stesso simbolo, quello piddino, come accadeva ai tempi della Dc.