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Che cosa si muove nel cantiere Popolare

A due settimane dal voto  europeo sta finendo a sportellate tra NCD e Forza Italia.

Alfano e Toti se le danno di santa ragione accreditandosi l’un l’altro di “ voto inutile”.

L’UDC è silente, preoccupata soltanto di garantire un posto a Strasburgo al loro leader Cesa.

Con queste miserie in campo non bastano le solite chiamate al voto anti sinistra “del Cavaliere dimezzato” .

Meno male che qualcosa si muove sul fronte degli ex DC e popolari, com’ è avvenuto ieri a Roma,  con il consiglio nazionale allargato di Rinascita Popolare, il movimento guidato dall’On Publio Fiori.

Hanno partecipato, tra gli altri, l’On Saltamartini del NCD, Rocco Buttiglione per l’UDC, Mario Tassone per il CDU, il sottoscritto per l’associazione Democrazia Cristiana (ADC) e il prof Antonino Giannone per l’associazione dei Liberi e Forti ( ALEF).

Unanime l’impegno a ritrovarsi dopo il voto di Maggio in una grande assemblea nazionale per tentare di dar vita a una confederazione dei popolari con la confluenza di tutti i vari gruppi e movimenti che fanno riferimento ai valori del popolarismo e della Democrazia Cristiana, con pari dignità.

Una confederazione che sappia far lievitare dal basso i fermenti presenti nel mondo cattolico e laico cristianamente ispirati, per aiutare a far emergere una nuova classe dirigente e a  costituire un nuovo soggetto politico laico, popolare, democratico, riformista, europeista, transnazionale ispirato ai valori dell’umanesimo cristiano.

Unanime anche la consapevolezza che ai problemi del turbo o finanz-capitalismo, l’unica risposta concreta è quella indicata dalle ultime encicliche sociali della Chiesa ( “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI e “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco).

Da lì si intende ripartire per una nuova Camaldoli programmatica dei popolari italiani.

E, intanto, No al patto scellerato del Nazareno, Si a una nuova assemblea costituente, rappresentativa di tutte le culture politiche presenti nel Paese per riformare il patto costituzionale;  No al fiscal compact prodotto da regolamenti comunitari illegittimi e impegno per una nuova Europa liberata dal predominio tedesco.

Consapevoli tutti che, alla drammatica e anomala  situazione politico istituzionale ed economico sociale del Paese, o si è in grado di dare una risposta pacifica in senso democratico o finirà con il prevalere con la protesta la ribellione degli italiani.

Il terzo stato, quello dei lavoratori autonomi e delle PMI,  che produce e crea la ricchezza su cui vivono protetti e per una netta minoranza stra-garantiti ( la cupola dei privilegiati) i componenti degli altri due stati, non ne può più e il risultato si sconterà con il voto di Maggio.

Ora è tempo dell’unità dei popolari.

Ettore Bonalberti

www.lademocraziacristiana.it

www.insiemeweb.net

www.don-chisciotte.it



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