Conto deposito o Titoli di Stato, qual è il miglior investimento per un risparmiatore? Il confronto dei rendimenti premia i prodotti bancari.
Non solo carte di credito e conti corrente, oltre ai prodotti per gestire quotidianamente i consumi le banche hanno predisposto anche delle soluzioni per consentire ai propri clienti di ottenere delle piccole rendite dai propri risparmi. Alcuni degli strumenti più noti sono i conti deposito, veri e propri salvadanai che consentono di guadagnare depositando il nostro denaro in un conto libero o vincolato. Per individuare una soluzione di questo tipo è possibile mettere i conti deposito più convenienti a confronto e scegliere in relazione alle possibilità di ciascuno.
Molti risparmiatori italiani si chiedono se sia meglio investire su un conto deposito ad alto rendimento oppure puntare sui Titoli di Stato come i Bot 12 mesi o i CTZ 24 mesi. L’ultima indagine dell’Osservatorio SuperMoney, l’unico portale della comparazione accreditato Agcom, non lascia dubbi: i prodotti bancari sono molto più convenienti delle obbligazioni statali, anche se le tasse sono nettamente più alte per i primi piuttosto che per i secondi. Ricordiamo infatti che da luglio l’aliquota sui rendimenti finanziari passerà dal 20 al 26%.
L’Osservatorio SuperMoney, in particolare, si è chiesto se per un risparmiatore italiano che ha messo da parte 5 mila euro sia più conveniente scegliere su un conto deposito vincolato per 12 o 24 mesi o investire sui Titoli di Stato come i Bot 12 mesi o i CTZ 24 mesi. Il confronto dei rendimenti e dei tassi d’interesse è impietoso e dimostra come coi conti di deposito si possa guadagnare fino a cinque volte di più rispetto ai Titoli di Stato.
Entrando nel dettaglio dell’analisi si nota come con il conto Rendimax Vincolato di Banca IFIS, il migliore della classifica di SuperMoney, si possano guadagnare anche 78,80 euro in un anno grazie a un tasso netto dell’1,58%. A confronto sembrano spiccioli i 19,08 euro che si possono mettere da parte con i Bot 12 mesi (a un tasso netto dello 0,38%) anche se le tasse sui rendimenti sono tre volte più basse (10,22 contro 31,20 euro).
Più convenienti dei Titoli di Stato anche gli altri conti deposito della classifica di SuperMoney che vede coi migliori rendimenti il Conto su IBL Vincolato di IBL Banca e i Certificati di deposito BCC Roma (rendimento annuo di 69,55 euro a un tasso dell’1,39%), i Certificati di Deposito di Barclays (64 euro netti di rendimento) e il conto Cash Park di Fineco (con cui si possono guadagnare 54,75 euro l‘anno).
La sostanza non cambia di molto se si calcola un investimento più duraturo ad esempio per due anni. Basta vedere che con un Titolo di Stato CTZ 24 mesi si possono guadagnare soltanto 48,16 euro a un tasso dello 0,48%, mentre con un conto deposito i rendimenti arrivano fino a 234,20 euro netti al termine del vincolo con Deposito Sicuro di Banca Marche (che propone un tasso del 2,34%). Le tasse però sono ancora sproporzionate a favore dei CTZ con 20,44 euro a fronte degli 85,80 euro del conto deposito vincolato.
Dopo il conto Deposito Sicuro di Banca Marche i conti deposito più convenienti e a più alto rendimento dei Titoli di Stato sono: Rendimax Vincolato di Banca IFIS (per un guadagno di 193,5 su due anni), Conto su IBL Vincolato di IBL Banca (171,3 euro), Time Deposit di Barclays (175 euro) e infine il conto Extrapiù di Extrabanca (156,5 euro).
“Il conto deposito sembra davvero non conoscere crisi: dopo una sostanziale riduzione dei tassi di interesse netti rispetto a qualche anno fa, anche il recentissimo aumento dell’aliquota disposto dal Governo Renzi non ha scalfito la sua convenienza”, commenta Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney.
“Basta confrontare le diverse offerte sul mercato per trovare il conto più adatto alle proprie esigenze di investimento e alla propensione al rischio di ciascuno. I risultati migliori come sempre si ottengono con le opzioni vincolate, ma bisogna tener presente – ricorda Manfredi – che in questo caso le somme versate non sono più disponibili fino alla naturale scadenza del contratto”.