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Cosa s’intende per servizio civile universale?

Cosa sia, o possa essere, il servizio civile universale, l’ultima trovata di Matteo Renzi per seminare fumo negli occhi dell’elettorato giovanile, nessuno lo sa. Per ora è uno slogan.

Almeno il pacifismo universale era un’utopia avanzata da grandi filosofi, come Immanuel Kant e Antonio Rosmini. Quest’ultimo poi – ch’era maestro di costituzionalismo – aveva predisposto tre progetti di costituzione: uno per lo Stato Romano della Chiesa; un altro per il Piemonte savoiardo, che lo ignorò; un terzo per il Regno dell’Italia Superiore, che riconosceva la tendenza unitarista dei Savoia purché garantito da una presidenza avallante del papa.

Ma, per come Renzi si è espresso, questo nuovo servizio (ovviamente oneroso e non volontario all’italiana, cioè sussidiato dai contribuenti) parrebbe sostitutivo della vecchia naja militare. Contro la cui sopravvivenza si batterono, per decenni, giovani cattolici; esponenti del radicalismo più estremo; parlamentari democristiani come Nicola Pistelli, Vincenzo Gagliardi e Albertino Marcora. Alla fine Marcora la spuntò, malgrado l’opposizione storica dei comunisti, fermi all’ideologismo che l’esercito, essendo figlio del popolo, è sempre disponibile a fiancheggiare qualsiasi rivoluzione.

Se, dunque, il servizio civile universale volesse essere un corrispettivo pacifico della naja, non si può ignorare che il servizio di leva obbligatorio rimase in vigore anche dopo il fascismo: ma per espressa volontà dei vincitori della guerra, purché fortemente ridimensionato sia come esercito, che come marina che come aeronautica. Come non è lecito ignorare che le obiezioni di coscienza di giovani cattolici e laici non erano dettate solo da spirito pacifista o neutralista mentre imperversava la guerra fredda.

Quella battaglia voleva piuttosto sottolineare che la difesa della patria non si attua solo con la mobilitazione armata di poco più di duecentomila reclute, ma si può, con maggiore convinzione, assicurare con un servizio civile, per una durata eventualmente anche superiore ai termini della leva obbligatoria. Infine la leva volontaria – felicemente in atto da decenni – ha incontrato favore anche al di là degli ideologismi, funziona, in molti casi è adibita a funzioni aggiuntive rispetto al volontariato civile, specie nei territori nei quali, per esempio, la raccolta dei rifiuti è ostacolata da consorterie camorriste in associazione coi poteri civili.

È a questo che Renzi pensa? Non si sa, non è detto, resta nel vago. Di sicuro non può non essere retribuito; altrimenti sarebbe solo ingannevole. Si attendono delucidazioni: dal premier, dai ministri competenti e da quei ministerialisti centristi che spesso ignorano la storia e i valori di cui dovrebbero essere portatori



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