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Ecco la mappa delle forze politico-religiose che si scontrano in Libia

Risulta difficile capire cosa succede in Libia, perché sono molti i fronti aperti nel Paese nordafricano. Come ha spiegato in un’intervista a Formiche.net Arturo Varvelli, ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi), da quando è cominciata la guerra civile nel 2011 la Libia va verso l’anarchia più totale.

I GRUPPI IN CONFLITTO
Ad aumentare le tensioni nelle ultime ore sono stati gli attacchi a Bengasi, a Derna e in Cirenaica tra le milizie islamiste Ansar al-Sharia Libia e Brigata islamica 17 Febbraio e le formazioni paramilitari dell’Esercito Nazionale Libico di Khalifa Haftar.

In un articolo pubblicato oggi su Repubblica, Giampaolo Cadalanu sostiene che “la Libia è di nuovo spaccata, con una fetta del Paese e delle Forze armate addirittura all’attacco delle sedi istituzionali di Tripoli, e un’altra fetta che invece difende lo status quo, mentre cresce il ruolo delle milizie islamiche di stampo qaedista”. Ma quali sono i principali gruppi in campo e cosa vogliono?

LE FAZIONI JIHADISTE
Da quando è caduto Gheddafi, i gruppi jihadisti hanno preso il sopravvento. Uno di questi è la Libyan Revolutionary Operations Chamber, che alla fine del 2013 ha rivendicato il sequestro del premier Ali Zeidan. L’azione è avvenuta dopo la dichiarazione di John Kerry sulla cattura di Abu Anas al-Liby, della quale era a conoscenza il governo libico. Un’altra fazione coinvolta nel sequestro è la Brigade for the Fight against. Le milizie di Zintan e di Misurata, invece, si sono pronunciate a favore dei jihadisti radicati a Bengasi e nella Cirenaica.

L’ESERCITO ANTI-ISLAM
Il colpo di Stato dello scorso venerdì è stato guidato da Khalifa Haftar, il leader dell’Esercito Nazionale Libico. Generale in pensione, Haftar aveva combattuto contro il regime di Gheddafi dopo che il dittatore aveva rinnegato la presenza delle sue truppe in Ciad. Haftar aveva già tentato di rovesciare il potere in Libia con le armi il 14 febbraio scorso. In un video ha detto di “proseguire la sua offensiva contro le milizie islamiste con lo scopo di sradicare il terrorismo in Libia”. Secondo il sito Bloglobal, la stampa libica sostiene che alcuni reparti dell’aviazione militare e altre unità militari si sarebbero unite a quelle di Haftar. Anche le milizie Al Qaaqaa e Sawaaq di Tripoli si sono schierate a favore dell’ex generale.

L’ATTENZIONE AMERICANA
La crisi libica preoccupa gli Stati Uniti, che hanno chiesto alla comunità internazionale di occuparsi della Libia. Secondo il Daily Beast, la Libia è diventata la “Woodstock del jihadismo”. Il segretario della Difesa americano, Leon Panetta, ha invitato il premier italiano Matteo Renzi ad avere un ruolo più attivo in quella che dovrebbe essere la “maggiore priorità della politica estera italiana”.



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