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Immigrazione e natalità, un pensierino

L’Istat ha certificato che in Italia si vive sempre più a lungo (la buona notizia) e che nascono sempre meno bambini (quella cattiva). L’anno passato per la prima volta è diminuito perfino il tasso di fertilità delle donne straniere che partoriscono nella penisola. Sempre più pochi giovani e sempre più molti vecchi, insomma. Una tendenza che pesa come un macigno sul futuro del nostro Paese.

La politica è angosciata dal problema dell’immigrazione – che in ogni caso non potrà mai sostituire del tutto la riproduzione biologica – e quello della natalità, invece, sembra ancora affidato all’intervento della mano invisibile di Smith o della divina Provvidenza.

Un motto dei nativi nordamericani recita: “Non abbiamo ricevuto la terra in eredità dai nostri padri, ma in prestito dai nostri nipoti”. Più che una sorta di ecologismo ante litteram, è un ammonimento – espresso in forma magnifica – il quale ci ricorda che nell’oggi c’è sempre un’assunzione di responsabilità nei confronti del domani. Da noi basterebbe mettere la parola “welfare” al posto della parola “terra” per rendersene conto.



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