Skip to main content

Tutti gli errori dei sondaggisti alle Europee

Sul banco degli imputati, il giorno dopo le Europee, sono finiti anche loro, i sondaggisti. Previsioni errate che non hanno saputo raccontare l’exploit del Pd, il flop del M5S e di Scelta Europea. Ma quanto hanno davvero sbagliato? E perché?

GLI SCIVOLONI PIU’ CLAMOROSI
Alla prima domanda risponde la tabella realizzata dal quotidiano Italia Oggi. Gli scivoloni più eclatanti hanno riguardato il Pd, sottovalutato in media del 25%, il M5S, sopravvalutato del 20% e Forza Italia, del 10%. Ma al primo posto dei numeri toppati, c’è sicuramente Scelta Europea. Alla lista di Stefania Giannini, Bruno Tabacci e Michele Boldrin è stato assegnato il 65% in più delle preferenze.

I DATI PIU’ CORRISPONDENTI
Dove i sondaggisti hanno fatto meglio è con Fratelli d’Italia. Previsioni esatte per Ispo, Euromedia, Lorien Consulting, Piepoli e Tecnè che hanno prefigurato l’esclusione del partito di Giorgia Meloni dall’europarlamento.
Solo Lorien ha invece centrato il quorum raggiunto dalla lista “L’altra Europa con Tsipras”.

PERCHE’
Prova a spiegare il perché di questo “flop” sondaggistico Antonio Valente, amministratore delegato di Lorien Consulting: “Il mercato elettorale assomiglia sempre di più ai mercati di beni e servizi: è più fluido, meno fedele alla marca/partito, più soggetto a fattori di scelta di tipo emotivo, più incline a decidere ‘davanti allo scaffale/cabina’ e, di conseguenza, più sensibile ad una comunicazione ben progettata e condotta con successo”.

Per questo, hanno pesato sul voto di domenica alcuni fattori intervenuti nelle ultime 48 ore come l’annunciato sorpasso di Grillo che ha spaventato gli elettori più moderati. Ad influire inoltre il bisogno di rassicurazione e di stabilità politica e il credito concesso al governo. Il presidente del Consiglio ha sicuramente un bacino elettorale molto più alto di quello del Pd, rileva Lorien.

I FLUSSI
Quattro le tipologie di flussi che hanno alimentato il successo del Pd:
1. La ri-mobilitazione di oltre 200 mila elettori dall’astensione rispetto alle scorse elezioni politiche;
2. La conquista della maggior parte degli ex-elettori di Scelta civica/Udc (più di un milione di elettori), con la conseguente la scomparsa di scelta europea;
3. Un flusso arrivato nella sola fase finale prima del voto proveniente dai delusi del M5S (circa 800mila elettori);
4. La capacità di convincere 400 mila elettori di centrodestra (ex PDL) a sostenere il progetto renziano.

I 450mila voti guadagnati dalla Lega Nord provengono invece da varie forze politiche, soprattutto di Centrodestra, e dall’astensione.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter