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Donne e potere, come cambiare il frusto paradigma delle cortigiane

Qui bisogna cambiare il paradigma: maschi = potere / femmine = cortigiane.

Sì è senz’altro scritto bene il paginone di Pietrangelo Buttafuoco sul giornale dell’elefantino ma ripropone con cinismo in punta di penna lo schema che gli uomini premier nostrani – (come Prodi dico io) e ora Renzi – sono dei furboni incalliti cresciuti a politica e parrocchia e per loro natura in cerca di peloso e rapido consenso e le donne che scelgono da mettersi al fianco sono inginocchiate nell’aurea delle martiri o madri e spose fedeli ma opache, o ministre che servono da vetrina. E anche ai tempi di Berlusconi la situazione non era diversa e ancora allora imperniata di feticismo.

E allora dico basta a questa rappresentazione non per un rigurgito femminino o vetero femminista ma per questo uso e consumo delle italiane (e a volte anche first lady oltreoceano come Michelle Obama e Hilary Clinton così spesso rappresentate dai media che sono invece guerriere politiche a tutto tondo prestate al ruolo di mogli e che agiscono tatticamente la politica molto meglio dei propri mariti) che ritengo insopportabile. Ricordo infatti che nel suo camper in giro per l’Italia ancora al tempo delle primarie, in un fuori onda rimandato più volte in Tv il giovane Matteo si lasciava andare ad una riflessione normale per un ragazzo che non ha ancora quarant’anni: “Qui non si alza più niente amici miei… La stanchezza mi ha messo fuori gioco!”. Giustappunto un ragazzo grande normale con ritmi adrenalinici portati al sovrumano attento a contrastare più fronti in un tour su e giù per l’italica isola che vedeva il suo partito massacrarlo con punture avvelenate (e non ha ancora smesso!).

Bene oggi il giovanotto toscano ha sicuramente fatto una mossa politica intelligente ha piazzato nei ministeri delle giovani donne che hanno anche il dono di essere molto graziose e allora “Dalli a loro, fattucchiere di una probabile corte del reuccio, che comunque rappresentano un pericolo per le naturali tentazioni del giovane premier”! In Italia non abbiamo la teutonica Anghela che si difende da sola perché mordendo nessuno osa toccarla, abbiamo la squadra delle ministre che comunque non si atteggiano (tranne Federica Guidi) ad esperta amministratrice della cosa pubblica e che stanno facendo la loro parte seguendo la strada tracciata, ancora incerta nell’esecuzione da parte di tutti, e sicuramente non peggio degli altri componenti dell’esecutivo.

Ma cos’è questa malattia antisottane che vede nelle signore e signorine al potere demoni travestiti da angeli che portano i leader sulla strada del peccato? Ma quando mai abbiamo fatto l’analisi del sangue e delle loro abitudini ai ministri e sottosegretari ? E perché questo atteggiamento a-culturale di maschilismo incallito diventato patetico e da tribunale dell’inquisizione che anticipa guardando dal buco della serratura, nefaste stagioni legate alla passione carnale che porterà comunque disastri? Francamente penso che non siamo in un paese normale: le donne (chiaramente non tutte ma questo si sa!) sono e rimangono una realtà forte della nostra patria nonostante questo maschilismo arrabbiato che nasconde ovviamente la paura di perdere il bulimico potere. Ma il potere si conquista con la forza delle proposte e non attraverso la maldicenza e il pettegolezzo teso ad annientare e non a costruire.

Il vento della stagione della ruberia e del malcostume è tornato a sibilare forte su politica,imprenditoria, finanza, tecnocrazia e la nostra economia agonizza sempre di più massacrandoci: dunque è giunta l’ora di smettere di parlare e agire tutti insieme. Stop ai decreti anticorruzione, agli interventi piccoli e inutili di tagliuzzi. Noi rilanciamo con tre proposte al femminile:

1) La nostra economia – prima di tutto per noi e per l’Europa – ha bisogno di un taglio deciso e grande del debito pubblico con l’uso del patrimonio e la collaborazione del patrimonio privato, liberando dunque una quota di investimenti in conto capitale. Noi lo abbiamo già detto qualche mese fa ma lo ripetiamo. Dobbiamo intestare ad una società veicolo da quotare in Borsa i 600 miliardi di patrimonio pubblico in immobili e terreni che il Tesoro stima siano la parte meglio valorizzabile del totale degli attivi. “Obbligare amicalmente” i detentori di patrimonio privato, oltre una certa soglia (prima casa esclusa) e con percentuali progressive, a sottoscrivere i titoli della società così costituita perché non sarebbe un’ingiusta tassa patrimoniale, ma una “richiesta” in cambio di un buon rendimento, migliore di quello medio di mercato. Infine, del ricavato, i due terzi vanno utilizzati a detrazione del debito e un terzo allo sviluppo, facendo investimenti in conto capitale e rimettendo così in moto il lavoro e lo sviluppo.

2) La proposta riguarda la giustizia e oggi più che mai non serve una nuova “legge anticorruzione”, o altri provvedimenti che complichino ancora di più il panorama normativo, ma serve semplificazione. E non servono nemmeno pene più severe. Prevenire il reato semplificando le procedure, diminuire le pene ma renderle più efficaci e concrete, istituire controlli seri, fatti da poche persone, perché molti controlli, inevitabilmente, conducono a porte chiuse che per aprire bisogna oliare ( lo diceva amaramente anche mio padre!). La politica non abbia paura dell’opinione pubblica (diversa dall’opinione dei media!) e si assuma la responsabilità di fare, finalmente, la riforma della giustizia di cui il paese ha bisogno. Invece, osserviamo troppa incertezza e molte contraddizioni. Perché Renzi non chiede ai due sottosegretari indagati, per adesso di autosospendersi, e chiama altri ladri?

3) La terza proposta è quella a cui siamo molto molto affezionate: una Assemblea Costituente. Per mettere mano alle riforme istituzionali di cui c’è bisogno, per farlo in modo organico e sganciato dalla lotta politica quotidiana l’unico sistema è delegare la materia ad un’assemblea che si assuma l’onere di rivedere la Costituzione. Inutile tentare interventi qua e là, che comunque hanno le stesse difficoltà parlamentari di una legge che convochi la massima assise. Renzi faccia questo passo, si assuma la responsabilità perché gli italiani capiranno eccome capiranno! Ecco appunto dalle donne proposte forti e chiare, con i puntini sulle i che ribaltano il paradigma e così sia: donne (e non femmine!) = forte potere di proposte e azione / uomini = guerrieri intelligenti.

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