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Che cosa non devono fare gli anti Renzi

Fosse una commedia, il momento contingente del cosiddetto centrodestra italiano non potrebbe avere titolo più appropriato di quella celebre frase finale di un grande Eduardo De Filippo in Napoli Milionaria, ovvero  “Ha da passà ‘a nuttata”.

E mentre in molti si agitano, alcuni meritevolmente ma ingenuamente spinti da lodevoli ambizioni, con i cuori e la penna scaldati da passioni e voglia di fare, con manifesti e proclami di stati generali in una copia blu dello schema coperto da copyright e peraltro già utilizzato dalla concorrenza, altri cortigiani e presunti delfini affogano nell’oceano politico in tempesta ma di fatto, piaccia o meno, governato da un Nettuno toscano.

Se poi capita che anche i vecchi delfini rivelatisi tonni (Fini)ti nell’oblio si ripropongano ed ex banchieri e ministri si rilancino in progetti e nuovi partiti, la nuttata in quell’area politica temo sarà ancora piuttosto lunga. Nulla di male: l’opposizione di questi tempi non è poi così brutta come la si vuol dipingere, soprattutto se dall’altra parte il nemico ha saputo trasformarsi in avversario.

Diffido sempre da chi è prodigo di consigli, ma in questo mare di onde minacciose e con una divinità ostile da percentuali bulgare, una chiarezza d’intenti dovrebbe essere il faro per quello che è ancora oggi il partito ed il leader di riferimento al fine di evitare gli scogli e affondare. E il più insidioso – opinione personalissima – è quello delle coalizioni.

Governare la nave con mille presunti comandanti e pensare di poter navigare, se non una follia è quantomeno una ulteriore perdita di tempo: la storia ci ha insegnato che non funziona. Riproporre la grande federazione non è realizzabile semplicemente perché non c’è più chi, dall’altra parte, riusciva con il suo agire maldestro e tafazziano a rendere possibile il disegno. Al contrario, quella parte oggi si fa forte e raccoglie consenso – potremmo dire suo malgrado – proprio grazie alla fotocopia berlusconiana in salsa e con accento fiorentino.

Tuttavia il Silvio nazionalpopolare, con il suo notevole patrimonio consenso fideistico fatto di signore anziane che girano con la sua immagine nella borsetta, può riservarci delle sorprese contribuendo a consolidare una nuova compagine politica che possa ambire a una rappresentanza maggioritaria nel Paese, ma muovendosi nell’alveo della sua creatura.

E se ci sono personaggi ancora motivati dalla passione e non dall’abitudine e dalla smania ad apparire, dal cuore e dall’animo nobile, che non ricordino orsacchiotti di peluche o giovani sindaci promessi delfini dal cuore pavido, ovvero leaderini ed esemplari di varia fauna dal carisma di un tricheco, magari portando in dote anche con un po’ di grana che, fuori da ogni ipocrisia, in politica serve sempre..se ci sono, ebbene, si facciano avanti nel partito e non aspettino l’imprinting del Cavaliere: se lo prendano e finalmente un giorno passerà ‘a nuttata.

Altrimenti, a Berlusconi non resterà che decidere di consegnare armi, bagagli e partito all’attuale e unico leader dei “moderati” italiani che però – chissà perché e per quanto tempo – paradossalmente ancora gioca nella metà campo avversaria con alcuni compagni pronti a fargli prima o poi lo sgambetto.



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