Il governo ha individuato le attività di rilevanza strategica per la difesa e per la sicurezza nazionale.
Nella riunione dello scorso 6 giugno, Palazzo Chigi ha infatti varato un decreto della presidenza che, recita una nota, “è stato predisposto a norma del decreto legge del 2012 che ha riformato la materia dei poteri speciali riconosciuti al Governo per la cura di interessi fondamentali per la vita del Paese ed è proposto congiuntamente dai due Ministeri della Difesa e dell’Interno in quanto individua attività strategiche di competenza di entrambi i dicasteri”.
In pratica si tratta di un aggiornamento della golden power, ossia la vecchia golden share, le norme con le quali lo Stato si riserva poteri speciali per tutelare l’interesse della collettività in società di settori ritenuti strategici, come tra gli altri quelli energetici, dei trasporti, delle comunicazioni.
I poteri speciali permettono quindi all’esecutivo di esercitare diritto di veto alle delibere e le operazioni che riguardano asset strategici, di imporre condizioni più stringenti, fino alla possibilità di bloccare l’acquisto, in casi eccezionali.
Secondo quanto riportato da Milano Finanza sabato scorso, i contenuti del decreto dovrebbero sanare l’anomalia dell’inclusione tra gli asset da tutelare anche delle reti Telecom, scelta non gradita a Bruxelles, peraltro già inserita anche in un altro decreto. Un secondo vulnus da sanare era la presenza dell’asset in due decreti, quello sicurezza e quello comunicazioni, energia e trasporti.