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Berlusconi, Alfano, Salvini e Renzi. Leader si nasce o si diventa?

Sarà che qualche giorno fa sono trasecolato nel vedere i due capigruppo di Forza Italia in Parlamento ed il neo deputato europeo nonché consigliere politico – dicasi consigliere – del Presidente Silvio Berlusconi trasformare una conferenza stampa sui referendum proposti dalla Lega in un pubblico elogio e nell’apoteosi del di lei Segretario politico Matteo Salvini – che, nel mentre, appariva gaudente e ridente come un bambino che si ritrovi una Disneyland tutta a sua disposizione  – e riuscire così nel tafazziano intento di beatificarlo…

Sarà che oggi leggo una sua intervista dove il milanese Salvini dall’alto del suo sei per cento nazionale indica la via al circa diciassette per cento di Forza Italia, corroborando le sue intuizioni e deduzioni politiche con un sondaggio che lo indicherebbe quale leader preferito di tutto ‘sto centrodestra da due lire, evitando di scrivere euro per carità di patria…

Sarà che dopo aver visto un certo promotore ed ideologo della prima Forza Italia ’94, un Paolo del Debbio in forma strepitosa, affermare che di delfini nel mare azzurro non ne nuotano, mentre abbondano solo esemplari di pesce sega e, soprattutto, avendo avuto il tempo di votare avrebbe optato per l’unico vero erede del Cavaliere e delle sue convinzioni ed idee politiche …

Sarà per questi tre semplici e banali motivi, ma davvero mi corre l’obbligo di dire un bravo al Matteo milanese, un segretario che con quattro pirlate di programma e un semplice slogan ha saputo far ripartire il suo partito tanto da umiliare i suoi (?) alleati: politicamente un Davide che stende Golia.

Infine, dato il proliferare di pesci sega, un augurio di cuore al leader di Arcore: che abbia la fortuna di trovare un delfino che metta fine a sterili discussioni interne su primarie, congressi e alle lotte intestine di mezze tacche in cerca di gloria e che lo faccia con determinazione, carisma e consenso.

Ci vuole appunto fortuna perché leader ci si nasce, non lo si può nominare e tantomeno ci si può autonominare. Vero Matteo…Renzi?



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