In Brasile l’Italia gioca in casa. Almeno sul piano economico. Nel paese carioca ci sono circa 1.000 imprese italiane, che sono arrivate molto prima dei Mondiali, e ormai fanno parte della geografia industriale brasiliana. Dalla Barilla all’Eni. Piccoli, medie e grandi imprese che, nonostante il rallentamento della crescita e le difficoltà burocratiche, sono convinti degli investimenti in Brasile.
UNA STORICA PRESENZA
La distribuzione geografica riflette in parte la storia dell’immigrazione italiana ed europea: il 57% delle imprese italiane sono radicate a San Paolo, mentre il 10% a Minas Gerais, il 9% a Rio de Janeiro e il 7% a Parana.
Secondo l’ambasciata italiana in Brasile, negli ultimi anni sono aumentate le collaborazioni sul piano progettuale e di infrastrutture tra industrie dei due Paesi. “La presenza italiana è inoltre facilmente riscontrabile nel commercio al dettaglio, grazie all’importazione di prodotti italiani su un ventaglio merceologico ampio”, spiega il rapporto dell’ambasciata.
LE GARE PER I MONDIALI
In un’intervista pubblicata da Lettera 43, Vincenzo Longo, analista finanziario di trading Ig, ha spiegato che “l’Italia è stato il Paese che più di tutti ha contribuito alla realizzazione degli impianti sportivi e delle infrastrutture necessarie per lo svolgimento dell’evento”. Longo ha curato un rapporto sugli effetti dei Mondiali in Brasile sulle imprese italiane. “Le nostre aziende – sostiene l’analista – sono state in prima fila anche per aggiudicarsi tutte le gare più importanti per i lavori preparatori per il Mondiale. Certo le difficoltà non sono mancate”. Ormai da tempo il Brasile non è più un paradiso economico.
IMPRESE E SETTORI
Ma quali imprese sono in Brasile? Dal rapporto dell’ambasciata italiana in Brasilia si legge la presenza di: Barilla, Campari, Ferrero, Illy caffè, Luigi lavazza, Luxottica, Panini, Gruppo editoriale Faenza, Edison, Enel, Eni, Fiat, Sace, Assicurazioni Generali, Costa Crociere e Intesa San Paolo. I settori vanno dalla meccanica (automobili, macchinari componentistica, trasformazione di metalli) alla telefonia, chimica, moda e industria agroalimentare.
ABRUZZO CARIOCA
Persino la Giunta regionale della Regione Abruzzo – e lo conferma il rapporto dell’ambasciata- ha una sede in Brasile. “Siamo passati dalla fase della promozione a quella del marketing. Non solo più fiere e workshop ma azioni durature nel tempo, dando a voi imprese tutta l’assistenza necessaria all’estero facendo da testa di ponte per abbattere costi come quelli dei trasporti, disbrigo delle rigide formalità burocratiche che, per esempio, gravano sui prodotti alimentari, fornire strumenti finanziari e assicurativi e altro ancora”, spiega l’assessore Marco Verticelli.
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