La Costituzione italiana è stata il frutto di più di 1 anno e mezzo di lavori. Nell’Assemblea Costituente sedevano 556 persone che avevano dato il loro contributo per la nostra libertà.
Prima di cambiare la Costituzione, sarebbe necessaria una riflessione condivisa, più ampia che non può essere ridotta ai voleri di pochi o di uno.
Il consenso popolare (tradotto in circa 11 milioni di persone che rappresentano solo 1/5 dei votanti), nel corso della storia, ha dato anche la nascita ai sistemi totalitari. Certo per governare è necessario il voto del popolo, ma i cambiamenti si fanno con le idee concrete, non con l’arroganza. Non sacrifichiamo il coraggio delle idee sull’altare del volere di pochi, potrebbe essere un errore e gli errori prima o poi si pagano; il problema è che li pagano i cittadini.
In passato quando il premier Silvio Berlusconi, forte di un superiore consenso popolare, ha cercato di cambiare la Costituzione, c’è stata una sollevazione nazionale, con la conseguente nascita di comitati a difesa della Carta Costituzionale.
Don Dossetti diceva: ”Alcuni pensano che la Costituzione sia un fiore nato quasi per caso, altri pensano che nasca da una ideologia anti fascista coltivata da certe minoranze, altri ancora si richiamano alla Resistenza; in realtà la Costituzione italiana è nata ed è stata ispirata da un grande fatto globale, cioè i 6 anni della seconda Guerra mondiale”.
Il pensiero di Don Dossetti va al di là dei singoli soggetti e riguarda la totalità. Alla luce di questa analisi perché Berlusconi non poteva e Renzi può?