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Economist, ecco la quarta rivoluzione

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LO STATO CHE VERRÀ Tra le tante statistiche ce ne è una che Angela Merkel preferisce citare: “L’Unione europea ha il 7% della popolazione mondiale, il 25% della produzione e il 50% della spesa per il welfare state”. Le implicazioni, secondo la cancelliera, sono chiare: se l’Europa vuole competere con le economie mondiali deve snellire la macchina dei suoi Stati.

Come? La risposta, secondo il direttore dell’Economist John Micklethwait e il suo editor Adrian Wooldridge, è nella “quarta rivoluzione”. La premiata coppia, già autrice del saggio sul conservatorismo americano (The Right Nation), ha pubblicato il libro The Fourth Revolution teorizzando una rifondazione dello Stato. Dato per scontato il contratto sociale di Thomas Hobbes, lasciato all’età vittoriana il liberalismo di John Stuart Mill e non essendo più sostenibile il welfare state del Novecento, è giunta l’ora di un’altra rivoluzione: la quarta.

Eureka! Usare più tecnologia per snellire “il sovraccarico burocratico”, eliminare le legislazioni sul lavoro “ormai obsolete” e ridare vita allo “spirito di libertà”: queste sono le ricette proposte in “The Forth Revolution” di cui IL, magazine del Sole 24 Ore, pubblica in esclusiva l’ultimo capitolo.



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