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Civiltà Cattolica si interroga sul Pd stile Dc di Renzi

Civiltà Cattolica torna a indagare su Matteo Renzi. La rivista dei Gesuiti ha dimostrato negli ultimi mesi attenzione e interesse per la novità rappresentata dal presidente del Consiglio.

Sul numero in uscita oggi 21 giugno, l’analisi di Francesco Occhetta sul “voto anomalo alle Europee” si concentra anche su un’altra anomalia, questa volta “positiva”, dice il gesuita: il fatto che il Pd di Renzi abbia saputo offrire “un progetto di Europa e un luogo per far convivere le diversità”.

Per spiegare come cambia Largo del Nazareno, la rivista diretta da Antonio Spadaro cita il “nuovo centro” di Schroeder e il “center of left” di Blair. Il Pd è diventato il “partito del Paese”, secondo la definizione di Beniamino Andreatta, un “partito che è votabile anche da chi non solo non è di sinistra, ma è anche contro la sinistra (o il sindacato)”, per usare le parole di Antonio Polito sul Corriere della Sera.

Occhetta però non sembra d’accordo con Polito quando paragona il Pd di Renzi alla Dc di Fanfani.

“Il Pd è ormai un partito che dal centro guarda a sinistra, proprio come la Dc ai suoi inizi; è un partito modernizzatore e rottamatore della vecchia classe dirigente, come fu nel trionfo di un altro 25 maggio, quello del ‘58, la Dc con Fanfani; ed è il centro di gravità di un sistema politico frammentato nel quale la seconda forza, Grillo, non è in grado di coalizzarsi per vincere, esattamente come succedeva al Pci ai tempi della Dc”, scriveva Polito il 27 maggio.

Secondo la rivista dei Gesuiti, invece, il confronto non regge soprattutto da un punto di vista culturale: “Paragonare però il Pd di Renzi alla nuova Dc ci sembra un’analisi più giornalistica che culturale, nonostante il Pd sia stato in queste elezioni lo schieramento più votato dal mondo cattolico (il 43% rispetto al 24% delle politiche del 2013), seguito da Fi (22%), M5S (14%), Ncd (7%) e Lega Nord (5%)”.

Il punto invece è capire quanto il partito “diventerà forza politica riformatrice in Europa con politiche sociali disposte ad accogliere l’elettorato moderato o resterà il partito elettorale del one-man-show”.



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