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Storia dello streaming tra Pd e M5S

Quello che andrà in scena oggi sarà il round numero quattro tra Pd e M5S. I faccia a faccia in streaming tra i democrat e i rappresentanti del movimento grillino hanno in qualche modo scandito il tempo della storia politica recente.

Bersani: “Qui non è Ballarò”
Era il 27 marzo del 2013 quando un pacato Pierluigi Bersani presidente incaricato provò fino all’ultimo a convincere i capigruppo di Camera e Senato a 5 Stelle Roberta Lombardi e Vito Crimi a votare la fiducia al governo. Fino a sbottare: “Qui non è Ballarò”. Una frase tormentone che non gli risparmiò le critiche per essersi fatto “umiliare” dai nuovi arrivati. Trentadue minuti la durata dell’incontro.

Letta: “Scongelatevi”
Altro streaming, altro tentativo di governo. Il 25 aprile del 2013 fu colui che nel precedente incontro era a fianco di Bersani, Enrico Letta, a condurre il gioco. Cinquantadue i minuti di dialogo in cui un insolitamente energico Letta pronunciò una nuova ramanzina al M5S: “Scongelatevi, mescolatevi”. Inascoltata.

Renzi: “Esci da questo blog”
Consultazione più breve ma più rumorosa quella tra Matteo Renzi e il M5S. In questo caso fu Beppe Grillo a rappresentare il movimento e a mettere in scena il suo “one man show”. Dieci minuti in cui l’ex comico riversò su “Renzie” accuse su accuse, senza voler ascoltare nessuna parola perché “tutto quello che dici non è credibile”. Anche in questo caso, diventò virale sui social network la risposta del segretario Pd: “Beppe, esci da questo blog”.

E ora?
Oggi la saga si arricchisce di un nuovo capitolo ma i protagonisti nel frattempo sono cambiati. Non è il presidente del Consiglio ad aver chiesto l’incontro con i 5 Stelle per convincerli a fare qualcosa. Sono piuttosto i 5 Stelle, dopo il flop europeo, ad aver cambiato strategia e a cercare ora il dialogo con il governo sulle riforme, in particolare sulla legge elettorale. Un dialogo che si preannuncia complicato, visto il muro contro muro della vigilia: “Si parte dall’Italicum, non si ricomincia tutto daccapo”, chiarisce il ministro Maria Elena Boschi. “Il testo sul Senato è una porcata”, l’affondo del parlamentari 5 Stelle.



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