Nel 2009, per solo un voto, perse lo scettro della vittoria contro Tiziano Scarpa. Quale sarà stavolta la sorte del nuovo romanzo di Antonio Scurati, edito da Bompiani, Il padre infedele?
Lo scrittore, già Premio Campiello con Il sopravvissuto, si avvicina al Premio Strega con più serenità, rispetto alle aspettative di 5 anni fa. E si presenta con un romanzo narrato in prima persona dove un quarantenne dei nostri giorni, Glauco Revelli, mette a nudo le debolezze di un uomo che assapora la paternità.
Scurati sceglie un argomento piuttosto delicato per questo romanzo arrivato in cinquina, ovvero il rapporto coniugale dopo la nascita di un figlio. Il punto di vista da cui il lettore legge la storia è totalmente maschile ed è qui l’originalità della narrazione. Perché l’autore accompagna chi legge nella nuova dimensione dei padri di oggi, totalmente presenti nella vita dei figli piccoli, a cominciare dal momento del parto.
Ma questo può rovinare il rapporto con la moglie-mamma? Può incidere sul futuro della relazione? I modelli di comportamento stanno cambiando, soprattutto quelli che prendono come riferimento gli uomini di un tempo fedeli a uno stereotipo di padre-famiglia austero o comunque lontano dai padri che trasmettono tutta la loro tenerezza ai figli.
Un libro, quello di Antonio Scurati, che si presenta come una confessione di qualcosa che si nasconde nelle nuove famiglie dei nostri tempi, con uno strisciante dolore quotidiano, dove candidamente il protagonista maschile ammette di non avere memoria della coppia prima della nascita della figlia.
Antonio Scurati
Il padre infedele
Bompiani
pp. 188 euro 17