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Deluso dal discorso di Renzi in Europa

Che delusione Matteo Renzi a Bruxelles.

Mi aspettavo molto di più, devo proprio dirlo. Invece, il discorso di apertura del semestre italiano di presidenza del Consiglio d’Europa, mi è sembrato surreale: parole quasi buttate al vento, nessuna proposta concreta (c’è un testo consegnato alla Presidenza del Parlamento Europeo, ma ci sarebbe piaciuto sapere anche a noi di che si tratta), letteratura e metafore che mi hanno ricordato le coste e il sole di Berlusconi nel 2003, prima dell’offesa a Martin Schulz. E poi, un richiamo all’identità e a dei “presunti” valori comuni. Un discorso che sembrava rivolto agli euroscettici di Farage e Grillo e ai conservatori di Cameron, come assist e non come distinguo. Una forte delusione il totale disinteresse per temi, che per fortuna Manuel Barroso ha invece ripreso, come l’occupazione giovanili e gli investimenti in ricerca e sviluppo, il sostegno alle imprese e la volontà di rafforzare le istituzioni europee.

Renzi dice che siamo “il Paese che contribuisce di più e prende di meno” ma è vero? Ottima l’analisi de Linkiesta, che spiega bene i numeri. Un discorso che è sembrato debole da tutti i punti di vista, e cosa ancor peggiore, secondo me, non aveva spirito europeista, ma anzi, mi è sembrato l’esatto opposto. La metafora del selfie era mirato a dire: l’Europa è messa male. Risate e approccio da bar che non si addice ad un presidente del consiglio né a chi per i prossimi sei mesi dovrà dare l’indirizzo alle priorità dell’intera Unione.

L’Italia ha una responsabilità enorme, oggi e questo incontro doveva essere l’occasione di spiegare nel concreto cosa andremo a fare e come. Invece, ancora, niente, solo retorica e marketing italiota. Mi stupisce che alcuni riferiscano di aver percepito tanto afflato europeista in questo discorso, perché per me che vivo all’estero, questo discorso ha rappresentato l’opposto.

L’Europa deve ancora essere rafforzata nelle sue basi filosofiche, politiche e identitarie, ma un approccio conservatore non è quello giusto.

Mi riserbo altre analisi, nel caso in cui avessi frainteso le basi di questo discorso. Mentre, a differenza di ciò che pensavo, ho apprezzato molto il discorso di Barroso, la sua prudenza, l’aver elencato i punti urgenti (che doveva essere Renzi ad evidenziare) e l’afflato europeista.

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