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Effetto Renzi sulle autorità indipendenti. Il caso dell’authority per l’energia

Nel decreto Renzi sulla Pubblica amministrazione vi sono una serie di misure volte a ridurre la spesa della Autorità di regolazione. E fin qua rientriamo nel consuetudinario. Ma vi è anche un intervento a sorpresa, che peraltro rappresenta la misura principale, tutt’altro che magistrale. Da luglio 2015 tutte le autorità di regolamentazione (ad eccezione della Consob) sarebbero trasferite in un’unica sede e quindi nella stessa città, che naturalmente non potrà che essere la Capitale.

LA RATIO DELLA NORMA

Una norma di cui sfugge la ratio. Le autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità nascono in Italia con la benemerita Legge 481 dell’ormai lontano 1995, governo Dini, ministro dell’Industria Alberto Clô. Allora molto opportunamente si scrisse, art. 2, comma 3: “Al fine di consentire una equilibrata distribuzione sul territorio italiano degli organismi pubblici che svolgono funzioni di carattere nazionale, più Autorità per i servizi pubblici non possono avere sede nella medesima città”. Vi era infatti (anche) la finalità di non avvicinare le Autorità alla sede del potere politico, condizione non certamente sufficiente, ma comunque propedeutica, per autonomia e indipendenza.

CHE COSA E’ SUCCESSO NEGLI ANNI

In questi anni purtroppo, è giusto ricordarlo, le Autorità indipendenti o meglio i loro vertici hanno fatto molto per avvicinarsi alla Capitale. E nel caso dell’Aeeg si non si può tacere dell’acquisto – opinabilissimo – della sede di rappresentanza a Roma, cosa di cui l’attuale collegio, per la verità, è del tutto incolpevole. Tuttavia, ciò non intacca la bontà del principio della 481.

LE ESIGENZE

Negli ultimi anni sono emerse diverse esigenze di miglioramento dell’operato delle autorità: dal perfezionare le procedure di selezione dei vertici così da assicurare che la scelta ricada su soggetti di provata competenza (evitando politici da riciclare come pure è avvenuto in alcuni casi) al fornire maggiori poteri ispettivi e sanzionatori per costituire un reale deterrente per le imprese che violano la disciplina di settore o ancora alla necessità che il giudice vagli esclusivamente la correttezza amministrativa dei provvedimenti senza sconfinare nelle tecnicalità di merito.

GLI EFFETTI DEL DECRETO

Ma di queste non vi è traccia del decreto, in cui si punta invece sul risparmio che si otterrebbe con il trasferimento degli uffici dato che le nuove sedi sarebbero individuate tra edifici del demanio. Un obiettivo che oltreché come fatto tutto da dimostrare, si configura come ipotesi dell’irrealtà. Venendo, infatti, alla (sola) piccola minoranza di dipendenti Aeeg si, che ricordiamolo non sono dei travet, non si può non trascurare che hanno firmato un contratto d’assunzione, addirittura a tempo indeterminato, in cui c’è scritto sede di lavoro Milano, da qui impegni famigliari, bancari, etc.

RISCHIO RICORSI

Ora, il governo di Renzi, proprio in occasione di questo doppio decreto, sembra voler trascurare che nel diritto italiano pacta servanda sunt e non potrà quindi impedire il nugolo dei ricorsi che arriveranno. Basterà una sola sospensiva per bloccare tutto. E poi dove sono i requisiti di necessità e urgenza che giustificano il decreto legge? All’aumentare dei ricorsi aumenta la probabilità di un intervento del Giudice delle Leggi, senza dimenticare, a proposito di decreti legge, la sentenza della Corte Costituzionale sulla (mancata) abolizione delle Province.

COSTI IN ARRIVO? 

E quanto costeranno le indennità di trasferimento o i risarcimenti comminati dai giudici del lavoro? Senza dimenticare la questione dell’impatto sull’operatività. Infatti, nel decreto è previsto anche un classico blocco delle assunzioni, in attesa dell’istituzione di una procedura unica centralizzata per tutte le autorità (anche qui peraltro non si capisce come si selezionino soggetti per compiti qualificati diversi con concorsi unici), che sommato ai dipendenti che nella nuova sede mai andrebbero parrebbe proprio un attacco al funzionamento delle autorità. Ma a questo non vogliamo neanche pensare, anche perché, se davvero l’obiettivo è risparmiare, di caserme a disposizione, per fare un esempio di edifici del demanio che vengono valorizzati una Legge di Stabilità sì e una no, ce ne sono a Napoli, Torino e Milano.  Anche perché più che correre, ci pare conti arrivare.

PS: non andrebbe, infine, trascurata la tempistica che riguarda entrambi i decreti legge. Questi, com’è noto, vanno convertiti entro sessanta giorni. Il termine però cade in pieno agosto, troppo vicino a ferragosto.

Antonio Sileo

@ilFrancoTirator

(sintesi di un’analisi più ampia pubblicata su Staffetta Quotidiana)


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