E’ proprio il caso di dirlo: il governo rischia di mandare in fumo un settore che garantisce milioni di euro di entrate al fisco. E la imperterrita voglia dello Stato di incrementare ulteriore il gettito avrà come effetto indiretto quello di far diminuire, invece di alimentare, l’incasso per l’erario. E quello che autorevoli studi hanno dimostrato analizzando gli effetti delle recenti manovre: a ogni aumento delle accise non si è avuto un incremento del gettito fiscale bensì una riduzione, per effetto di consumi in flessione a causa dell’imposizione sempre più elevata.
LE CONTRADDIZIONI DEL GOVERNO
Su questa strada si sta incamminando a sorpresa anche il governo Renzi, nonostante i proclami e le garanzie dello stesso presidente del Consiglio che dice di non aver aumentato o di voler aumentare le tasse.
L’ARTICOLO DEL SOLE
Ecco le notizie. In uno dei prossimi consigli dei ministri, forse anche quello in programma il 10 luglio – secondo quanto ha scritto il quotidiano il Sole 24 Ore – potrebbe essere approvato un decreto sui tabacchi. Lo schema di decreto e’ stato presentato la scorsa settimana alla cosiddetta Bicameralina delle commissioni Finanze di Camera e Senato per l’attuazione della delega fiscale.
I NUMERI DEL SOLE
La necessità di far cassa subito con le sigarette – ha scritto sabato scorso il Sole 24 Ore – e soprattutto di invertire la preoccupante perdita di gettito registratasi nel 2013 (oltre 500 milioni in meno) hanno spinto il governo Renzi a pigiare sull’acceleratore e predisporre subito il decreto delegato per riscrivere la tassazione del tabacco.
LA TORCHIATURA IN ARRIVO
La sostanza e’ chiara: e’ in arrivo in aumento a due vie per le sigarette. “L’attuazione della delega fiscale che rivoluzionerà dal primo gennaio 2015 la tassazione sui tabacchi e sulle sigarette elettroniche sarà preceduta da un decreto del direttore delle Dogane con cui il governo aumenterà fin da subito il prelievo sulle ‘bionde’”, ha scritto a Marco Mobili del Sole 24 Ore. Un’eredità dell’esecutivo Letta – ha aggiunto il Sole – che con il decreto cultura dell’agosto scorso ha precisato che dal mondo dei tabacchi dal prossimo primo agosto dovranno arrivare nelle casse dello Stato 23 milioni per il 2014 e 50 milioni a decorrere dal 2015.
LE TECNICALITA’ SECONDO ITALIA OGGI
Il quotidiano Italia Oggi ha scritto che “all’incremento di 20 centesimi per la fasce medio basse delle sigarette e di 10 centesimi per la fasce alte si arriverebbe tramite un aumento dell’accisa specifica dal 7,5 per cento al 10 per cento, in aggiunta a una piccolo aumento dell’imposta minima e a un incremento della quota variabile dal 58,5 al 58,6”.
LA VERSIONE DEL GOVERNO
Ecco come il sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini, ha spiegato la manovra: “Il meccanismo così strutturato punta a evitare il favorire o l’avvantaggiare i tre player presenti sul mercato che si rivolgono a fasce di consumatori diversi”.
L’INDISCREZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO
Le lobby sono in fermento, secondo il Fatto Quotidiano: “Il decreto allo studio – ha scritto la giornalista Camilla Conti – rischia di scatenare una nuova guerra dei prezzi fra Philips Morris, che vende le sigarette di fascia alta, ad esempio Marlboro, e la Bat che ha le meno costose Lucky Strike e Pall Mall. La rimodulazione del prelievo fiscale su cui sta lavorando il governo pare sia tesa ad aumentare i prezzi bassi e comprimere ulteriormente il mercato aumentando la profittabilita’ delle marche più care”.