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Così Forza Italia riparte da Ascoli Piceno. Parla il sindaco Castelli

“Bisogna cominciare a mettersi le scarpe da ginnastica per la traversata nel deserto che attende il centrodestra”. È realista Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno, rieletto al primo turno con il 58,92% delle preferenze, nell’immaginare la lunga e complicata strada che attende il suo partito, Forza Italia, e il polo moderato. Una strada che forse inizia oggi proprio ad Ascoli, la prima tappa del tour di Alessandro Cattaneo per rilanciare il movimento berlusconiano a partire dal territorio (QUI LO STREAMING DELL’EVENTO).

Sindaco, il centrodestra riparte dalla sua città?
Il centrodestra riparte da Ascoli senza troppa enfasi, con la consapevolezza che bisogna passare dal tessuto connettivo che si sperimenta in un governo cittadino per ricostruire il partito. Dalla base arriva un segnale di concretezza indispensabile per farlo.

E che pensa la base dell’attuale gestione di Forza Italia? Lei da amministratore locale dovrebbe saperlo bene…
Nessuno può dire che la gestione del partito e del centrodestra veleggi verso approdi felici. È evidente che c’è una marea di persone deluse, che guarda al polo moderato ma non si riconosce nella sua attuale offerta politica. Ad Ascoli ci sono state 12 liste a mio supporto alle amministrative: tre di partito, due civiche, le altre composte da persone di centro-destra con esperienze politica. C’è una comunità che attende solo un segno per non rifugiarsi nel non voto.

Quale segno attende questa comunità?
L’idea che ci siano regole all’interno del partito, una mobilità basata sulla meritocrazia e sulla selezione della classe dirigente. Anche attraverso le primarie, perché no? E poi lo sviluppo di temi politici, come per esempio la questione morale. Senza cadere nel giustizialismo, l’idea che il requisito minimo per fare politica sia l’onestà deve valere anche per il centrodestra.

Si può cominciare dalle Regionali per le primarie?
Senz’altro, penso sia il minimo sindacale ricominciare da lì. Anche io ho firmato per le primarie di coalizione promosse da Giorgia Meloni, credo che Ncd, Fratelli d’Italia e la Lega siano pezzi imprescindibili per la ricomposizione del centrodestra.

Non si rischia l’accozzaglia mettendo insieme partiti così diversi?
Una casa comune non deve essere una caserma. Ci possono essere delle idee diverse, ciò che conta sono i programmi. Le alleanze si fanno su quelli.

C’è attesa in città per l’evento di oggi?
E’ partito un po’ in sordina ma ora tutti ne parlano, parteciperanno anche Guido Crosetto di Fratelli d’Italia, esponenti di Ncd e dell’Udc. Non sarà l’avvio della “Compagnia dell’Anello” dal regno degli Elfi ma bisogna pur cominciare questa traversata nel deserto. Ora c’è Renzi, inutile negarlo, ma quando il Renzi 2 chiederà conto al Renzi1 di tutte le sue promesse, noi ci dobbiamo essere. Quella di oggi può essere una slavina positiva o una cosa che finisce lì, sta a noi scegliere.

Condivide l’idea di una Leopolda blu lanciata su Formiche.net?
L’ho seguita con interesse. Penso sia sbagliato parlare di “Leopolda blu” perché non dobbiamo vivere nel paradigma di Renzi. Ma trovo giusto il rimbrotto alle baruffe romane tra i vari protagonisti del centrodestra. A Roma spesso non ci si rende conto dei problemi reali. Ecco perché ripartiamo da Ascoli.



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