Siamo all’ultimo giorno del #Politicamp e stando alle prime indiscrezioni sui numeri quest’anno siamo arrivati a quasi 1000 partecipanti.
Molti gli ospiti di questi primi due giorni: Ilaria Bonaccorsi, Elly Schlein, Elena Gentile, Paolo Sinigaglia e Daniele Viotti, per citare i nomi dei candidati eletti e non alle ultime europee. Poi: Rita Castellani, Andrea Ranieri, Andrea Pertici, Stefano Fassina, Vannino Chiti, Fabrizio Barca, Maurizio Landini e Filippo Taddei, per citarne altri. Nomi importanti, del PD e non solo. Discussioni fondamentali per la vita politica e sociale del nostro Paese.
Il tema dell’incontro è la “possibilità”. Un concetto che richiama il “poter fare” e la “speranza”. Un approccio positivo alle cose e un modo alternativo d’ntendere la Politica. Oggi si chiude questa tre-giorni a Livorno, con Cuperlo e Civati, che parleranno della sinistra da costruire, anzi ri-costruire.
Ed eccoci a lui, Pippo Civati che è presente ogni giorno, dall’inizio alla fine delle varie giornate. Parla e incontra amici e conoscenti, sostenitori e gente venuta solo per incontrarlo. Fa autografi e foto (anche con me) e non si nega a nessuno. Per un mio personalissimo modo di essere, non riesco ad inseguirlo per dirgli tutto ciò che vorrei. Non voglio vessarlo più di quanto non stiano facendo tutti gli altri. Avrei voluto affrontare con lui decine e decine di argomenti, ma per approfondirli mi sarebbero servite settimane e mi rendo conto che, in un contesto così, essere riusciti anche solo a stringergli la mano e fare una foto, è stato tanto, più di quanto potessi sperare.
Oggi si chiude questo evento che è stato importante per diversi motivi: 1) perché ha permesso a centinaia di persone che condividono una visione di politica e di impegno politico di incontrarsi, conoscersi e dunque fare rete; 2) perché ha posto l’accento sull’elemento della “pro-attività”, ossia del discutere, confrontarsi e affrontare temi complessi come l’occupazione, le tutele del lavoro, l’ambiente, l’innovazione e la legalità, al fine di delineare un piano di vera e propria azione politica, 3) perché ha cercato di riunire chi riconosce ancora il valore della parola “sinistra” come un fatto d’identità e come tratto distintivo di un certo modo di vedere il mondo.
E potrei continuare con tante altre motivazioni. Certo, si poteva fare di più, come qualcuno ha fatto notare tra il pubblico, magari rendere più chiara la questione dell’associazione “è possibile”, della sua funzione e dei ruoli, così come degli scopi. Si può sempre fare di più e meglio (o peggio), ma l’importante è esserci stati, per testimoniare la volontà di impegnarsi a fondo per un progetto di rinascita culturale della “sinistra” italiana.
Un incontro per ripartire insieme, perché un’altra Politica è possibile.
Un incoraggiamento a tutti noi, avanti, perché cambiare è possibile!